Corriere della Sera

Gas, cibi, essenze Ogni città ha davvero il suo profumo

- di Daniela Monti

«Le città sono odori», scrive il palestines­e Mahmud Darwish. Il Cairo è l’odore di mango e zenzero, Parigi di pane fresco, formaggi e «articoli da seduzione», Mosca di vodka con ghiaccio. «Era così, ma ora sono diventate tutte uguali», replica a distanza Wim Wenders, dolendosi di come prima trasmettes­sero «sensazioni che consentiva­no di capire dove ci si trovasse», mentre oggi le città sanno tutte della stessa cosa: di inquinamen­to e benzina.

Ora uno studio torna a dare ragione al poeta e romanziere, le città hanno davvero un proprio caratteris­tico profumo, «un’impronta chimica» che è un misto dei gas di scarico e delle essenze che chi ci abita si spruzza la mattina prima di uscire, delle rosticceri­e, pasticceri­e o torrefazio­ni, persino degli ospedali, delle scuole, un cocktail di «composti organici volatili» che ne racconta — tanto quando lo skyline — l’identità. Lo scrive la rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas), pubblicand­o uno studio dell’Università di Innsbruck che ha analizzato la concentraz­ione di molecole nell’aria del suo campus arrivando alla conclusion­e che «il suo profumo è piuttosto ordinario». Nel 2015, ci aveva provato Marco Vidal, industrial­e ed esperto profumiere, a rintraccia­re il profumo della sua Venezia, trovandolo infine in quello delle alghe ghiacciate in inverno, «un odore che riconoscev­o ogni volta che mi

Il ruolo dell’uomo All’odore che identifica un abitato contribuis­ce tutto: scuole, ospedali, prodotti per l’igiene

allontanav­o dalla città e ci tornavo», dice, spiegando come l’«impronta chimica» — individuat­a per la prima volta dallo studio austriaco — sia pure «una questione emotiva».

Ma il profumo, conclude lo studio, «influenza anche la formazione delle nuvole e può aiutare a costruire modelli climatici più precisi». Se il progresso ha coinciso con la lotta agli odori, riscoprire l’esistenza di un «profumo caratteris­tico» delle città racconta di un approccio alla vita più tondo — e più intimo, forse più green.

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