Carige, l’attacco di Malacalza al consiglio
È di nuovo scontro dentro Banca Carige tra il primo azionista (nonché vicepresidente) Vittorio Malacalza, che ha il 20,6% dopo l’aumento di capitale attraverso la Malacalza Investimenti controllata insieme con i figli, e il management e il consiglio della banca su come è stata gestita la ricapitalizzazione da mezzo miliardo dell’istituto ligure, appena conclusa. In una lettera — rivelata ieri dal Secolo XIX — Malacalza Investimenti ha chiesto al board un «franco chiarimento»: l’occasione potrebbe essere la riunione del 30 gennaio. Le critiche riguardano in gran parte le banche del consorzio di garanzia Deutsche bank, Credit Suisse e Barclays, di cui i Malacalza si riservano di «valutare, e se del caso perseguire, le responsabilità», ma anche le attività dei legali (lo studio Clifford Chance) nonché le «comunicazioni oscure e incoerenti», comprese quelle che sarebbero state effettuate per mettere in cattiva luce il primo socio. Fra il 15 e il 16 novembre, dopo un consiglio che non avrebbe evidenziato tensioni, secondo fonti a conoscenza della situazione, era sembrato a un certo punto che il consorzio fosse saltato mentre le banche avrebbero pressato il primo socio ad assumere impegni formali di sottoscrizione, nonostante la holding avesse già chiesto alla Bce l’ok a salire fino al 28%. In quei frangenti, scrive Malacalza, la banca guidata dal ceo Paolo Fiorentino non avrebbe fatto sufficiente chiarezza su quanto stava accadendo. Malacalza comunque guarda oltre: chiederà al ceo di spingere di più su taglio dei costi e recupero di redditività. Restano comunque aperti i nodi di governance, già sollevati da Bce.