«Dna, voglio risposte dalla conformazione»
Quando pensiamo all’analisi del Dna immaginiamo i ricercatori immersi nella paziente lettura delle lettere del «libro della vita», per identificare una mutazione o un nuovo gene coinvolto in una malattia. C’è però un altro modo di scrutare nel codice genetico ed è osservare la struttura tridimensionale del Dna: non è infatti sempre uguale e può influenzare non poco le funzioni cellulari. Chiara Lanzuolo, dell’Istituto di Biologia Cellulare e Neurobiologia (Ibcn) del Cnr, da anni studia come la struttura del Dna influisce sulla possibilità di trascrivere i geni e quindi sulla funzionalità delle cellule; ora, grazie al My First Airc Grant che, con l’aiuto di partner come Ubi Banca, sostiene ricercatori con esperienza in laboratori oncologici a condurre un proprio progetto in autonomia, cerca di capire il cambio di conformazione e di posizione del Dna in alcuni tumori. «Il cancro è una delle malattie in cui le strutture di nucleo e Dna si modificano di più — spiega Lanzuolo —. In collaborazione con i medici del Policlinico di Milano sto studiando il tumore alla prostata per capire che cosa succede quando la cellula diventa metastatica. Per poter migrare nell’organismo e dare metastasi deve perdere le sue caratteristiche, cambiare identità: poiché la struttura tridimensionale del Dna è uno degli elementi che più denotano l’individualità di ogni cellula, studiare quella delle cellule cancerose e metastatiche potrà aiutare a scoprire nuovi bersagli per i farmaci del futuro». Un progetto con obiettivi pratici: un pragmatismo tutto femminile in un settore, la ricerca, dove essere donna non è facile. «Servono tante ore di lavoro per arrivare a un risultato, le frustrazioni sono continue ed è difficile conciliare tutto questo con il tempo da dedicare ai miei figli — dice Lanzuolo —. Io sono fortunata: la mia famiglia mi sostiene e mi aiuta a superare i momenti più duri».
Con i medici del Policlinico di Milano studio come avviene la migrazione del tumore dalla prostata