Cuperlo rinuncia e Calenda attacca Renzi: c’è la squadra per vincere
Il deputato: avvisato con sms, non correrò a Sassuolo . Il ministro: escluse persone serie, come si fa?
Alle otto di sera Matteo Renzi, apparentemente sereno e quasi allegro, ci mette la faccia in conferenza stampa e prova a mettere a tacere le polemiche: «C’è amarezza, certo, ma è normale: il ricambio è cosa umana. C’è un Pd in grandissimo spolvero nei collegi. Non sottovalutateci. Abbiamo messo in campo la squadra migliore per vincere le elezioni». Annuncia che le liste saranno pubblicate sul sito alle nove di sera. Ma il parto è travagliatissimo e si lavora fino a notte. Molti gli scontenti, nella minoranza ma non solo. Si arrabbia anche il ministro Carlo Calenda.
Due giorni di fuoco, con un lavoro di cesello che lascia fuori molti nomi noti, a favore di new entry ma anche a causa del previsto calo di parlamentari e dei seggi da distribuire agli alleati. In giornata è il guastatore Carlo Calenda a esprimere dissenso: «Qual è il senso di non candidare gente seria e preparata, protagonista di tante battaglie importanti come De Vincenti, Nesi, Rughetti, Tinagli, Realacci, Manconi? Spero che nelle prossime ore ci sia un ravvedimento operoso. Farsi del male da soli sarebbe incomprensibile».
Nelle ore successive esplode il malessere della minoranza con il no di Gianni Cuperlo, che rifiuta il seggio di Sassuolo, perché fuori territorio: «Sono stato avvisato alle tre del mattino con un sms. Ma io non c’entro con quelle zone». Poi minimizza richiamando tutti alla campagna: «Ora è tempo di lavorare per il Pd». Renzi non si scompone: «Giachetti e Cuperlo mi hanno chiesto di non andare in collegi sicuri e abbiamo pensato di destinarli in zone nostre. Roberto ha accettato, Gianni no. Ma non c’è alcuna polemica o divisione». Quanto a De Vincenti, spiega, «c’è stata un’incomprensione, vediamo se riusciamo a rimediare». Renzi risponde anche sulla Boschi, spostata a Bolzano: «Sarà in diversi collegi e diversi territori. Anche a Taormina, dove ha lavorato all’organizzazione del G7. Perché non ad Arezzo? Abbiamo deciso di prendere di petto la questione banche e mettere il ministro Padoan a Siena». Poi aggiunge nuovi candidati, come il maestro di strada Marco Rossi Doria. Quanto a Orlando, concorda con il suo «non è tempo di polemiche» e dice: «Non c’è stato nessun veto, noi abbiamo subito dei veti nel 2013 ma non ne abbiamo messi nel 2018». Quanto alla Campania, spiega, «non dico che abbiamo usato il lanciafiamme ma, certo, qualche elemento di novità notevole c’è stato».Poi rilancia la sfida a Di Maio, Salvini e Berlusconi: «Li aspetto per un confronto tv».
Al Nazareno Il segretario del Pd Matteo Renzi, 43 anni, ieri durante la conferenza stampa per la presentazione delle liste (Imagoeconomica)