Salvini vuole correre solo al proporzionale La minoranza a secco
Il segretario: Bossi candidato? Non accoltello alle spalle
«A differenza di Renzi, io non dico “stai sereno” e poi accoltello alle spalle... ». Matteo Salvini così risponde a chi gli chiede della candidatura di Umberto Bossi. Il vecchio capo della Lega, in realtà, sarà candidato al proporzionale per il Senato nella sua Varese. Anche se ieri il segretario leghista ha precisato che le liste deve ancora perfezionarle: «Non le ho ancora chiuse, e devo fare un bel puzzle, ma entro domani chiudiamo».
Certo è che quella di Bossi è una candidatura «obtorto collo». Certo è che Salvini ha dovuto frenare i molti tra i suoi che continuavano a esortarlo a recidere anche l’ultimo cordone con la «vecchia Lega». Ma, appunto, il segretario leghista (assieme anche a Giancarlo Giorgetti) si deve essere detto che il ruolo del fondatore debba essere preservato, anche se negli ultimi anni Bossi non ha mai smesso di bersagliarlo di aspre critiche. E in ogni caso, con queste liste la svolta sarà compiuta e il partito sarà in tutto e per tutto a immagine salviniana.
L’altra novità è che Salvini non si candiderà nei collegi maggioritari, quelli della sfida diretta tra candidati. Ritiene infatti, dicono, che l’impegno da candidato premier in tutta Italia sia difficilmente compatibile con una campagna elettorale concentrata su un collegio. Mentre è certo che il candidato premier della Lega correrà per il Senato al proporzionale sia in Calabria che in Sicilia, oltre che a Milano, a Roma e forse a Genova. La scelta del Senato dipende dal fatto che i collegi per Palazzo Madama sono più grandi e dunque consentono di avere il nome del segretario su un’area più ampia di schede elettorali.
Per quanto riguarda i nuovi arrivi, l’avvocato Giulia Bongiorno sarà capolista per il Senato in Lazio, Sicilia, Lombardia, Piemonte e Liguria. L’economista antieuro Alberto Bagnai sfiderà direttamente Matteo Renzi a Firenze. Ma sarà anche al proporzionale in Toscana, Lazio e Abruzzo. Mentre Claudio Borghi Aquilini, a sua volta professore universitario nemico della moneta unica, sarà anche a Siena contro Pier Carlo Padoan. Gianni Tonelli, segretario del Sindacato autonomo di polizia (Sap) sarà capolista in Emilia. Viene dal sindacato anche Claudio Durigon, che ha appena dato le dimissioni da vicesegretario dell’Ugl. Tra le new entry anche Armando Siri al Senato in Emilia, l’uomo che ha «importato» in Lega la flat tax: dovrebbe essere candidato in Emilia. Stretto l’accordo con il Partito sardo d’azione, in Sardegna ci sarà il segretario Christian Solinas. E poi, il sindaco di Visso Giuliano Pazzaglini. E poi, due nomi dal mondo del Family day: Giancarlo Cerelli (Calabria) e Simone Pillon (Lombardia). Dal Veneto arriveranno a Roma il vicesegretario Lorenzo Fontana, dal Piemonte Riccardo Molinari, dalla liguria Edoardo Rixi. E poi, l’ex sindaco di Padova, Massimo Bitonci. Con lui, dal Veneto, arriveranno tutti i segretari provinciali della Lega (tranne due) e il giovane padano Vito Comencini.
Chi certamente non ci sarà è l’antagonista di Salvini al congresso del maggio scorso, Gianni Fava. E poi, il presidente uscente del Copasir, Giacomo Stucchi e l’ex segretario della Romagna Gianluca Pini. Mentre l’uscente Davide Caparini non tornerà a correre e si concentrerà invece sulla Regione Lombardia.