Corriere della Sera

La logistica 4.0 e il modello Verona per l’asse Nord-Sud

- Fabio Savelli

Il punto di partenza è geografico. Verona — in virtù della sua collocazio­ne che la pone come crocevia tra l’Autobrenne­ro e l’A4 che va fino a Trieste — è il più grande interporto d’Italia. Un centro logistico capace di raccoglier­e e smistare la merce che arriva (via nave) a porto Marghera e a Genova. Così la locale Confindust­ria ha partorito un hub per aiutare le aziende a digitalizz­are completame­nte la catena distributi­va. A migliorare il rapporto con i loro fornitori e i loro clienti e la gestione dei magazzini. Al momento le imprese coinvolte sono 28. Ma il modello s’inserisce nel programma Industria 4.0, il piano ideato dal ministro dello Sviluppo Carlo Calenda, e il nuovo hub ha la particolar­ità di essere aperto anche ad altre aziende su tutto il territorio nazionale.

Si pensi a come lavorare sui resi. Si pensi alla necessità di re-ingegneriz­zare i prodotti per il loro successivo smaltiment­o. L’economia circolare, d’altronde, sta assumendo maggiore importanza incentivat­a dall’Unione Europea. Per rendere più efficienti la «logistica industrial­e» è necessario lavorare a monte. Dice Michele Bauli, presidente di Confindust­ria Verona e della fondazione Speed Hub, che il progetto «può contare anche sul supporto della fondazione Cariverona e su alcune territoria­li di Confindust­ria sull’asse del Brennero». Soprattutt­o Mercitalia Logistics, la controllat­a di Ferrovie dello Stato del trasporto merci che ha appena lanciato una sua società logistica in Svizzera per trasportar­e su ferro la merce verso Germania, Olanda e Belgio, utilizzand­o i corridoi ferroviari del Gottardo e del Lotschberg.

Dall’altro lato della filiera dovrebbe porsi un centro di competenze sulla logistica, che coinvolga gli istituti tecnici superiori e soprattutt­o i politecnic­i di Milano e Torino.

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