Corriere della Sera

Noemi, dai talent al festival: ho vinto gli attacchi di panico

In gara all’Ariston. E nel cd «La luna» confessa le ansie sul palco

- Stefano Landi

La prima volta che è entrata in punta di piedi a Sanremo era la ragazzina col vocione preso in prestito da Joe Cocker che usciva dall’imbuto di un talent. La seconda, invece, Noemi la sente ancora sulla pelle. E non solo perché salì sul podio con «Sono solo parole». Ma per la vista appannata e i sudori freddi di un attacco di panico. Quest’anno torna all’Ariston per la quinta volta. E fa effetto pensare che sia (già) universalm­ente considerat­a una habitué della musica italiana. «Ormai vivo il Festival come una grande festa in cui conosco tutti gli invitati. Sono stati gli incontri con Vasco Rossi e Gaetano Curreri a farmi diventare grande in fretta» racconta.

In sottofondo scorrono le canzoni di «La luna», il suo sesto album che uscirà il 9 febbraio. Noemi non riesce a non cantarci sopra. A bordo dell’album c’è anche «Non smettere mai di cercarmi», il brano sanremese che canterà con Paola Turci nella serata dei duetti: «Un pezzo che segna la sintesi tra il mio gusto elettronic­o e quello classico». Nel disco, in «Porcellana», la cantante romana riguarda in faccia il vecchio nemico: gli attacchi di panico. «La testa fragile, le emozioni che prendono il sopravvent­o facendoti sentire nuda e fragile, come mi ero sentita a Sanremo. Questo lavoro ti costringe a misurati con te stessa. Io ho finalmente imparato ad ascoltarmi, per farlo ho dovuto incomincia­re a prendermi il mio tempo».

Ospiti del disco sono Tommaso Paradiso (che ha firmato con lei «Autunno») e Tricarico, autore di «La luna storta»: «È un genio, il miglior fiore cresciuto all’ombra di Vasco». C’è poi una doppia cartolina spedita a Lucio Dalla, che rievoca in «Oggi non esisto per nessuno» e riarrangia in «Domani»: «Alla musica manca la sua ironia, la voglia di divertirsi con la musica, giocando coi testi, ma raccontand­o sempre la gente». Un disco talmente variegato da sfumare (anche) nel country, con «Good, Bad and Ugly»: «Se fossi nata a Nashville mi sarei dovuta adattare meno. Prima o poi, quando qui mi sarò annoiata, mi trasferirò da quelle parti». dice. In questi anni Noemi ha viaggiato tanto. «Cercando troppo la diversità. Ora ho bisogno di tornare semplice in un mondo in cui tutti si sentono di dover apparire strafighi. Forse mi ero un po’ chiusa, avevo bisogno di rimettermi davanti a uno specchio».

Di dirlo alla luna, sperando porti fortuna, ci aveva già pensato Vasco Rossi. «Però la luna è anche un po’ diva, proprio come voglio sentirmi anch’io in questo momento. Nonostante canti sempre al maschile, questo è il mio disco più femminile. Il mio piccolo contributo in questo periodo storico in cui finalmente le donne hanno trovato una coscienza comune. Da sempre ci facciamo la guerra. Per questo mi sono emozionata vedendo la serata dei Golden Globes. Un grande abbraccio collettivo sotto la stessa luce nera» dice Noemi con quella sua voce che graffia anche quando si sforza di dosare le parole.

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Voce Noemi nel 2016 all’Ariston. Sarà in gara al festival (il suo quinto) con «Non smettere mai di cercarmi»

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