Juve, la prova del 9
I bianconeri battono il Chievo con l’aiuto di due cartellini rossi Ma le espulsioni di Bastien e Cacciatore accendono le polemiche
La Juve non si ferma, passa anche nel frigorifero del Bentegodi contro il Chievo ed è prima da sola, almeno per una notte. Sesta vittoria di fila, nel segno di Khedira e Higuain. Senza incantare e in doppia superiorità numerica. Bastien, il primo espulso, rimedia due cartellini gialli nel giro di centoventi secondi verso la fine del primo tempo: una follia del centrocampista belga.
Cacciatore, il secondo, dopo giusto un’ora, in un momento di grande concitazione, imita il gesto delle manette stile Mourinho all’arbitro Maresca. Di fatto il secondo rosso è una sorta di disco verde per la Juventus, che riesce così a risolvere una partita complicata, porta a casa i tre punti ed è prima in attesa della risposta del Napoli.
Allegri però non ha molto da sorridere. Come contro il Genoa, anzi peggio. Stavolta di buono c’è solo il risultato. Khedira segna grazie all’assist di Bernardeschi quando il Chievo è in nove uomini da sei minuti. E Higuain, sino a quel momento lento e svogliato, interrompe il digiuno lungo 706 minuti quando ormai la partita è finita e i gialli di Maran hanno rischiato di pareggiare (Szczesny è lesto a uscire per anticipare Radovanovic lanciato a rete). Alla neo capolista mancano forza e convinzione, ritmo e precisione. Anche il talento dell’infortunato Dybala. Buono, perlomeno, l’impatto di Bernardeschi. La condizione, dopo la dura preparazione invernale, deve essere rifinita. Ma a Bergamo, martedì sera nella semifinale di Coppa Italia contro l’Atalanta, servirà di più.
La partita è modesta, lenta e piatta. La Juve attacca quasi per dovere, senza slancio, né fame. Allegri parte con il 43-3, confermando la fiducia a Douglas Costa che ha appena piegato il Genoa.
Ma i bianconeri non riescono quasi mai a sfondare. Pjanic si perde negli spazi intasati, Higuain sembra appesantito e svogliato, sulle fasce la spinta è relativa (meglio Asamoah a sinistra di De Sciglio a destra). Manca brillantezza, spirito di iniziativa, velocità di esecuzione. Il Chievo, sistemato con il 3-5-2, fa densità in mezzo al campo e bada al sodo, cioè a non prenderle.
Il primo tempo è noioso, ravvivato da una girata fuori misura di Douglas, un tiro innocuo di Pjanic, una girata fiacca di Higuain. Lo scenario cambia quando il Chievo resta in dieci. La follia di Bastien induce Allegri a osare. Max sposta Douglas a sinistra nella zona lasciata incustodita dai veronesi, poi sceglie il 4-2-4 e dopo una manciata di minuti della ripresa lancia Bernardeschi al posto di Sturaro a destra con l’intenzione di stringere i tempi e accelerare il ritmo.
La manovra in effetti è più fluida, il giro palla più veloce e il Chievo è costretto a difendersi più basso. Ma è l’espulsione di Cacciatore, che scatena le proteste dei tifosi, a facilitare il compito alla Juve: l’assist all’indietro di Bernardeschi è buono per Khedira (sesto gol in trasferta consecutivo). La neo capolista attacca sino alla fine, lenta e macchinosa, senza cambi di ritmo e senza sfruttare le qualità dei suoi campioni. Il risultato è buono perché mette pressione al Napoli. Il gioco invece è ancora da ritrovare.
Maran Cacciatore ha sbagliato ma perché mai doveva uscire dal campo? Allegri Contava solo vincere Buffon? Auguri, sarà titolare martedì