«Ora sappiamo quanto vale il calcio italiano»
Infront soddisfatto dell’offerta Mediapro. Il rilancio di Sky, le strategie di Premium
«Abbiamo anticipato il MILANO futuro». L’apertura della trattativa con la catalana Mediapro, destinata a proseguire la prossima settimana, prima della formulazione di una seconda proposta degli spagnoli che verrà portata all’esame dei presidenti di A lunedì 5 febbraio, proietta il calcio italiano in una dimensione nuova. Almeno di questo è convinto Luigi De Siervo, l’ad di Infront, dopo che i club venerdì hanno valutato insoddisfacenti i contenuti delle buste di Sky e Mediaset aprendo di fatto i colloqui con l’intermediario indipendente. L’offerta di 950 milioni più royalties per un campionato che non sarà il più bello del mondo ma attrae dall’estero gruppi disposti a finanziare e produrre il canale della Lega non può che rallegrare i litigiosi presidenti, compatti solo quando si discute di soldi. «Siamo molto contenti perché l’intuizione di lavorare a un secondo bando, dopo l’asta deserta di giugno, aprendo a intermediari indipendenti, si è rivelata corretta — commenta De Siervo —. L’esperienza di una company di un altro Paese porterà in Italia valori e benefici. Ciò premesso, non chiudiamo le porte a nessuno». Ovvero A Sky e Mediaset.
Ma andiamo con ordine. Infront ha già allestito quattro gruppi di lavoro (legale, finanziario, prodotto e negoziazione) che fra domani e martedì si riuniranno con dieci persone che arriveranno dalla Spagna. Giovedì e venerdì verranno relazionati i membri della commissione diritti tv della Lega e nella prossima assemblea — sempre che Mediapro (che punta in realtà a legarsi per 6 anni e non solo fino al 2021) abbia avvicinato la propria offerta al tetto di 1 miliardo e 50 — il contratto sarà sottoposto all’approvazione delle società. Contemporaneamente verranno riallacciati i contatti con Sky e Mediaset per verificare se esistono le premesse per un terzo bando. Il Biscione che ha nella tv in chiaro il proprio core business (non è un caso che si sia accaparrato i diritti dei prossimi Mondiali e si appresti a concorrere per l’asta dei diritti della Coppa Italia) non ha intenzione di lanciarsi in investimenti folli: nei piani del gruppo, Premium era già stata venduta lo scorso anno a Vivendi. Può rinunciare all’idea di essere editore, limitandosi a vestire i panni di distributore: valuterà la proposta con attenzione se Mediapro chiederà una percentuale per abbonati ma sarà restia ad accettare se gli spagnoli pretenderanno un minimo garantito.
Perciò in corsa sembrano restare oltreché Perform soprattutto Sky che, nel bando respinto, ha messo sul piatto 630 milioni (su 830 complessivi), cioè quasi 70 in più di quelli investiti nel precedente triennio in cui ne erano stati spesi 575. Cifra che aveva consentito al colosso di Murdoch di portarsi a casa tutte le partite per il satellitare e pure Internet. Non solo: con la lettera inviata venerdì Sky ha mostrato la manifestazione d’interesse per acquistare tutti i diritti del pacchetto Global per i prossimi tre anni, comprensivo del diritto di ritrasmissione. «Con l’offerta di Mediapro abbiamo capito qual è il valore del calcio italiano» conclude De Siervo. Ma come diceva Boskov, partita finisce quando arbitro fischia.
De Siervo L’esperienza di una media company straniera porterà in Italia valori e benefici Detto questo non chiudiamo la porta a nessuno