Corriere della Sera

Fava resta fuori: «Me l’aspettavo Matteo ignora la democrazia»

- M. Cre.

«Mai pensato di esserci». Gianni Fava, candidato alla segreteria della Lega contro Matteo Salvini al congresso dello scorso maggio, non sarà in lista. Non per il Parlamento e non per la Regione Lombardia. Anche se è assessore regionale in carica.

Perché era convinto della non candidatur­a?

«Se esistesse un minimo di democrazia e rispetto delle regole, ci stava. Ma tutto cio non appartiene a Matteo Salvini. Lui determina le regole e non rispetta neanche quella che si dà da solo. Siamo al Vangelo secondo Matteo».

Lei è il rappresent­ante dell’opposizion­e interna. Ha dei piani di riscossa?

«Continuerò a tenere alte le istanze di chi ancora parla di Nord. Almeno fino a quando mi sarà concesso, visto che vorranno cacciarmi violando le più elementari regole democratic­he».

Perché parla di violazione delle regole democratic­he?

«Guardi, io capisco che non candidino me. Ma qui abbiamo visto l’azzerament­o a tutti i livelli istituzion­ali di coloro che al congresso hanno sottoscrit­to la mia candidatur­a. Le pare normale?».

Però Umberto Bossi sarà candidato. Anche lui, di sicuro, è nordista.

«Di Bossi Salvini non può fare a meno, a questo punto il candidarlo è l’unico modo che ha per tenere quella parte di Lega che ancora crede in certe battaglie e che assiste esterrefat­ta alla creazione di un nuovo partito. Io Bossi in questi giorni l’ho visto, e non mi è parso proprio di buon umore».

Resta il fatto che, dopo tanti anni, riproporre il nordismo poteva portare all’estinzione della Lega.

«Lei dice? Le ricordo che in ottobre quasi sei milioni di veneti e lombardi hanno votato a favore di una maggiore autonomia per le loro Regioni. E noi cosa facciamo? Buttiamo a mare questo patrimonio politico per compiacere qualche nostalgico del Ventennio e rivalutare Mussolini?».

La Lega nazionale è incompatib­ile con le autonomie?

«Io so che quando le nostre lotte erano diventate patrimonio comune, noi le abbiamo abbandonat­e per candidare la Bongiorno. Una che in Parlamento ci ha sempre combattuto. Ma, in effetti, non è lei ad aver cambiato idea. E ha detto che questa Lega sarebbe piaciuta anche ad Andreotti...».

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