Il parlamentare è un mestiere
Scorriamo le liste dei probabili candidati alle elezioni politiche e troviamo nomi noti. Meno di altre volte, ma ci sono. Per esempio: Adriano Galliani (dirigente sportivo), Giorgio Mulé (giornalista) e Vittorio Sgarbi (storico dell’arte) nelle liste di Forza Italia. Emilio Carelli e Gianluigi Paragone (giornalisti) tra i 5 Stelle, insieme a Gregorio De Falco (ufficiale di Marina). Giulia Bongiorno (avvocato) con la Lega. Lucia Annibali (avvocato) , Paolo Siani (pediatra) e Tommaso Cerno (giornalista) nel Pd. Al di là delle sorprese — Paragone non è leghista? Carelli con i 5 Stelle?! È come schierare uno scacchista in un incontro di wrestling — ci si domanda: i candidati sanno che il parlamentare è un lavoro a tempo pieno? Si rendono conto che la loro vita cambierà? Riunioni e commissioni, aula e voti: così per cinque anni. Alcuni, certo, troveranno un posto al governo: ma quanti? Perché i nomi noti finiscano in lista, lo sappiamo: i partiti sperano di attirare voti; e magari, già che ci sono, di portare competenze specifiche in Parlamento. Però in commissione e in aula bisogna andarci: non basta qualche passaggio in Tv. È vero: il potere di Camera e Senato è diminuito, le grandi decisioni ormai vengono prese altrove. Ma forse è accaduto anche perché troppi parlamentari italiani, a differenza dei colleghi americani, hanno preso l’incarico sottogamba. Il Congresso Usa è potente anche perché è presente. Leggo la classifica dall’Associazione Openpolis: tra i deputati il meno presente è Antonio Angelucci (FIPdl), con il 99,59% di assenze; segue Marco Martinelli (FI-Pdl), 88,91% di assenze; al terzo posto Francantonio Genovese (FI-Pdl) 85,69% di assenze. Tra i senatori conduce Niccolò Ghedini (FI-Pdl) con il 99,28% di assenze, seguito da Denis Verdini (Gal) con il 91,27% di assenze e da Giulio Tremonti (Gal-Udc) con il 82,65% di assenze. È vero, come ha replicato l’avvocato Ghedini al nostro Fabrizio Roncone: ci sono altri modi «di incidere qualitativamente sulla vita politica del Paese». Ma sarebbe carino, diciamo, che un parlamentare si facesse vedere in Parlamento, ogni tanto. Chiediamo garanzie ai candidati 2018, soprattutto a quanti hanno un nome noto e un’intensa attività professionale. Siete pronti a impegnarvi, ogni giorno, fino al 2023? Ecco una promessa che i partiti dovrebbero farci, invece di spararle grosse, come bambini durante la ricreazione.