Tutti al lavoro per il partito dell’astensione
Formidabile partenza a razzo del primo partito italiano: il partito dell’astensione. Però hanno fatto tutto gli altri, il partito si è limitato a incassare il regalo insperato. Ovazione quando hanno scoperto che un anonimo dottor Stranamore nascosto dietro a un computer fabbrica e disfa candidati dei 5 Stelle a suo piacimento — togli quello, metti quell’altro — mettendo alla berlina il rito delle «parlamentarie». Gioia quando apprendono che Roberto Giachetti del Pd, dopo essersi esibito con commozione nella veste di eroe come candidato nella sua adorata, fedele, imprescindibile Roma e senza il paracadute del proporzionale, in realtà, dopo la notte dei lunghi coltelli al Nazareno, sarà catapultato un po’ meno eroicamente in un collegio blindatissimo in Toscana. E l’adorata, fedele, imprescindibile Roma? Non fa la stupida stasera. Meraviglia nella sede del partito dell’astensione quando hanno appreso che la Lega di Salvini ha deciso di candidare l’avvocato di Andreotti Giulia Bongiorno. Stupore quando nelle liste di Forza Italia è comparso il nome di Adriano Galliani, indicato dal suo amico e compagno di fede milanista Berlusconi come il prossimo ministro dello Sport: per un attimo hanno pensato a una strabiliante trovata pubblicitaria di Teo Teocoli, ma poi la notizia è stata verificata e nella sede del partito astensionista hanno brindato a champagne. Soddisfazione anche per l’inopinata scelta di Liberi ed uguali (Leu per gli addetti ai lavori oramai) di trasferire Pietro Bartolo, il medico eroe di Lampedusa celebrato nel film «Fuocoammare», in un remoto collegio del profondo Nord per far posto vicino a Lampedusa a qualche oscuro funzionario da piazzare in Parlamento. Un’ulteriore occhiata a liste e a listini ha riempito di soddisfazione gli astensionisti che hanno deciso di trascorrere il periodo della campagna elettorale in assoluto riposo. C’è chi lavora alacremente per loro.