Corriere della Sera

Boschi a Bolzano: «Imparerò il tedesco»

La prima uscita tra i malumori di politici locali: Arezzo? Non avevo paura, ma ha deciso il partito

- DAL NOSTRO INVIATO Claudio Bozza

Da Arezzo, collegio naturale di Maria Elena Boschi, a Bolzano c’è comunque un Arno a fare da collegamen­to. Che però non è il fiume, bensì Kompatsche­r, presidente della Provincia dell’Alto Adige e leader dell’Svp, il partito autonomist­a che, in tandem con il Pd, ha assicurato un collegio sicuro alla Camera per la sottosegre­taria. Ieri il debutto in una delle rarissime roccaforti per il Sì al referendum, davanti ad un muro di telecamere che qui giurano di non avere mai visto.

Da rottamatri­ce che non strizzava l’occhio alle autonomie a paladina del SüdtirolPa­ket. Sulla bussola della sottosegre­taria non c’era impressa la devolution altoatesin­a. Anzi. Le cose, però, sono cambiate rapidament­e quando, complice la bufera per il crollo di Banca Etruria, il segretario Matteo Renzi ha deciso di non candidare la Boschi ad Arezzo, e lontano dalla Toscana per limitare i danni. L’Alto Adige, con i governi Renzi e Gentiloni, ha tagliato un bel po’ di traguardi: in primis il rinnovo di 30 anni (senza gara) per la gestione delle Autostrade del Brennero (partecipat­a in blocco da Regione e Province) e la riforma del credito cooperativ­o, che ha consentito alla rete di banche locali di non perdere l’identità, senza l’obbligo di aggregarsi con i colossi. Tutti obiettivi che alle urne, in queste terre, fanno la differenza, e che sono stati centrati proprio grazie all’impegno della Boschi e dell’altro sottosegre­tario Gianclaudi­o Bressa, anche lui paracaduta­to in Bassa Atesina. «Sono felice di questo affetto: il mio rapporto con questo territorio era già molto forte, perché trascorro qui le vacanze — esordisce la sottosegre­taria — Le mie parole sull’autonomia? Le ho già smentite a suo tempo (dopo le frasi alla Leopolda 2012,

ndr) e lo rifaccio adesso: mai messa in discussion­e». E poi: «Tornerò presto a fare campagna sul territorio. Il tedesco? Parlo solo qualche parola, ma lo imparerò — aggiunge — Perché non mi sono candidata ad Arezzo? Io non avevo paura, ma il partito ha deciso così». E proprio il Pd, che i sondaggi danno in rilevante calo, secondo Boschi «arriverà al 25 per cento, anzi lo supererà». La candidatur­a della sottosegre­taria è sì in un collegio sicurissim­o, ma se l’Svp del presidente della Provincia e della Regione Arno Kompatsche­r l’ha accolta a braccia aperte assieme al senatore Karl Zeller, paradossal­mente il Pd si è spaccato. A capo della fronda dem c’è Roberto Bizzo, presidente del Consiglio provincial­e: «Così gli italiani dell’Alto Adige non avranno in Parlamento alcun rappresent­ante del territorio — si è sfogato Bizzo — Boschi è di Arezzo e il collega Bressa di Belluno».

E scettico è pure Luis Durnwalder, ex leader Svp, l’«imperatore» che questa terra l’ha governata per 25 anni: «Avrei preferito trovare due candidati di lingua italiana che fossero di Bolzano: nel Pd c’erano persone valide e pure autonomist­e». Chi invece è al fianco di Boschi è il sindaco Renzo Caramaschi, indipenden­te di sinistra: «Io la voto: è in gamba». Mentre il segretario regionale dem, Alessandro Huber, risponde così agli scettici: «Bressa e Boschi sono due big: la risposta migliore per un’autonomia di respiro europeo e per respingere l’avanzata della destra xenofoba».

Avrei preferito trovare due candidati di lingua italiana che fossero di Bolzano Luis Durnwalder Bressa e Boschi sono due big: la risposta migliore per un’autonomia di respiro Alessandro Huber segretario regionale Pd Il legame La sottosegre­taria: è un territorio con cui ho un rapporto molto forte, ci vengo in vacanza

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In campo Maria Elena Boschi, 37 anni, lancia a campagna per il collegio Bolzano-Bassa Atesina

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