Longo Borghini: «La uso sempre Incredibile che qualcuno ora sia nei guai»
«Sono abbonata a Strava da sei anni. È un gran sistema per scoprire nuovi percorsi e condividere i propri in ogni angolo del mondo. Mai avrei pensato che qualcuno potesse finire nei guai per questo». Sorride Elisa Longo Borghini, agente della polizia di Stato e campionessa tra le più grandi del ciclismo femminile italiano. Ventisei anni, ossolana, bronzo nella prova su strada ai Giochi olimpici di Rio, Elisa ha già vinto quasi tutte le classiche internazionali delle due ruote. Il suo profilo Strava (seguito da 3.066 fan) registra 64 mila chilometri pedalati in 844 allenamenti diversi in tutti i cinque continenti. L’ultimo ieri mattina a Gran Canaria, dove si trova in ritiro invernale con le compagne: 108 chilometri con quasi duemila metri di dislivello in poco meno di quattro ore. «Ho scoperto Strava — spiega Elisa — cercando informazioni sul percorso di una gara in una regione dell’Australia dove non ero mai stata. Strava è una miniera d’oro: non solo ti mostra ogni curva o pendenza della strada anche nelle zone meno conosciute del pianeta ma ti permette anche di capire come l’hanno affrontata migliaia di altri ciclisti, compresi molti professionisti come me o Vincenzo Nibali. Da cinque anni condivido i miei percorsi di allenamento e di gara nascondendo al pubblico solo i dati più sensibili come frequenza cardiaca e potenza. Non mi va di mettermi troppo in mostra, ma mi piace far vedere dove sono e cosa faccio. Postare un allenamento è semplicissimo, se c’è connessione Internet lo si può fare direttamente dalla bici. Se uso Strava per vedere come si allenano le mie avversarie? Io no, loro non so!».