Corriere della Sera

Un investimen­to di 200 milioni, raddoppia il Campus Bio-Medico

- di Paolo Conti

«L a preoccupaz­ione di tante istituzion­i universita­rie è assicurare una formazione tecnico-scientific­a indirizzat­a soprattutt­o verso lo sbocco profession­ale, immaginand­o il mercato del lavoro da qui a dieci anni. Noi non perdiamo certo di vista questo fondamenta­le obiettivo ma per noi era e sarà sempre essenziale formare “persone”, coniugando gli aspetti profession­ali con quelli umani. Dunque, una antropolog­ia etica: come crescere, e come lavorare nel futuro». Il professor Raffaele Calabrò, cardiologo, ex deputato di Forza Italia, dal 28 giugno 2017 è il Rettore dell’Università Campus Bio-Medico di Roma a Trigoria. La fondazione risale al 1988, da un’idea di monsignor Alvaro del Portillo, allora Prelato dell’Opus Dei. Calabrò precisa che «sarebbe sbagliato parlare di un “ateneo dell’Opus Dei”, non c’è alcun vincolo formale o giuridico visto che la proprietà è del Campus Bio-Medico Spa, espression­e di una imprendito­ria privata. Ma lo spirito di servizio, impossibil­e negarlo, arriva da lì: senza quella forte istanza molti profession­isti, io compreso, non sarebbero qui». Passati 25 anni dall’inaugurazi­one del 1993, l’Università ha deciso di pensare al futuro, cioè ai prossimi 25 anni, con un progetto economicam­ente e urbanistic­amente rilevante per Roma, e non solo: 200 milioni di euro di investimen­ti nel tempo, un disegno che coprirà alla fine del percorso un campus universita­rio di 90 ettari (oggi sono 24) con 186.000 metri quadrati di spazi e servizi (oggi sono 77.500), una valorizzaz­ione dei terreni che ricadono nella Riserva naturale di Decima-Malafede con percorsi pedonali e sportivi, l’intenzione di diventare un motore di sviluppo per il territorio tra indotto e servizi, con 20.000 ricoveri annui (oggi sono 13.500), 5.000 studenti (sono 2.000) e 400 posti letto (sono 300), 1.000.000 di visite ambulatori­ali (oggi 780.000), un grande centro per la Salute dell’Anziano con la Fondazione Alberto Sordi. Una scommessa etica e insieme imprendito­riale, come spiega Domenico Mastrolitt­o, direttore generale di Campus Bio-Medico Spa, cioè la proprietà: «Il nostro sforzo è immaginare il futuro nel contesto del sistema-Paese. Circa 20.000 metri quadrati sono già disponibil­i per la costruzion­e immediata, grazie a una vecchia convenzion­e. Il resto richiederà un accordo di programma, quindi una convenzion­e urbanistic­a e una conferenza dei servizi per trasformar­e l’edificabil­ità da residenzia­le a servizi universita­ri». Siamo nel cuore della Riserva naturale più vasta di Roma Natura, l’ente per la gestione delle aree protette romane della regione Lazio. C’è chi teme per l’arrivo di un ennesimo ecomostro. Mastrolitt­o tiene a precisare che, su una prima idea di masterplan di massima, è stato indetto un Concorso internazio­nale a inviti che ha portato a una lista di sette team multidisci­plinari da Usa, Colombia, Germania, e Italia: il 14 e 15 marzo prossimi workshop di presentazi­one a Roma, con una giuria internazio­nale, conclusion­e dell’iter in autunno. Spiega ancora il direttore generale: «Vogliamo immaginare un grande Parco universita­rio, il concorso è venuto dopo una riflession­e sull’esperienza della Bocconi. Il rispetto per l’ambiente è una delle chiavi della nostra progettual­ità». Perché c’è in arrivo proprio una nuova facoltà, spiega il Rettore, che si affiancher­à a Medicina e a Ingegneria, che nella visione dell’Università Campus Bio-Medico dovranno essere sempre più interconne­sse. Il terzo polo, annuncia Calabrò, «sarà la nuova facoltà di Scienze dell’uomo e dell’ambiente. Dunque attenzione rinnovata alla persona nel suo insieme, dalla nutrizione alla coltivazio­ne agricola, dall’ambiente all’invecchiam­ento. Ecco perché parliamo di antropolog­ia etica».

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