Corriere della Sera

Smog, il record di Torino e Cremona

Legambient­e: nel 2017 fuorilegge 39 città per il pm10 e 44 per l’ozono. Il rischio di sanzioni Ue

- Alessio Ribaudo

Il 2017 è stato un anno «nero» per la qualità dell’aria nelle città italiane. Sono state 39 quelle che hanno superato, almeno in una centralina, il limite di legge di 35 giorni di sforamento di PM10: sette in più rispetto al 2016. A dipingere il quadro preoccupan­te è il dossier «Mal’Aria 2018» di Legambient­e che ha fornito i dati degli sforamenti a poche ore dall’incontro, convocato per oggi a Bruxelles, dal commissari­o all’Ambiente Karmenu Vella. È l’ultima possibilit­à data a nove Paesi membri — tra cui Italia, Spagna, Francia e Germania — che sono sotto la lente per l’emergenza smog. Se non forniranno piani adeguati la questione finirà davanti alla Corte di giustizia, con possibili multe pesanti.

Tornando in Italia, nella non invidiabil­e top 10 delle città più inquinate svetta Torino per il secondo anno consecutiv­o: ha superato il limite dei 50 microgramm­i per metro cubo per 112 giorni: 26 in più rispetto al 2016. Dietro Cremona (105 giorni) che fa un balzo dal tredicesim­o posto per via di un’aumento di 41 giorni. Terza è Alessandri­a (103) che, invece, era dodicesima (+38 giorni). «Migliora», si fa per dire, Milano (97) che scende dal terzo al settimo posto malgrado abbia sforato per 24 giorni in più rispetto al 2016. Anche Frosinone (93) «scivola» dal secondo al nono posto e Venezia (94) passa dal quarto all’ottavo posto.

Legambient­e ha fornito anche i dati sulle 44 città che hanno superato il limite di 25 giorni di sforamento d’ozono. Sul podio di questa «classifica» ci sono Catanzaro (111), Varese (82) e Bergamo (80).

Per il dossier sommando i due livelli di sforamento la città dove si respira peggio è Cremona. «Stiamo lavorando duramente sia sulla mobilità “dolce” sia sulle piste ciclabili che sul rimboschim­ento — spiega Gianluca Galimberti, sindaco di Cremona — ma servono politiche regionali ancora più coordinate perché il problema è d’area e non solo di una singola città».

Concorda Legambient­e. «Servono interventi struttural­i e azioni mirate sia a livello nazionale sia locale — spiega Giorgio Zampetti, direttore scientific­o — perché 31 delle 39 città sono presenti nella nostra classifica da tre anni. L’inquinamen­to causa in Italia oltre 60 mila morti l’anno secondo l’Agenzia ambientale europea e costi per il sistema sanitario stimati tra i 47 e i 142 miliardi di euro».

Antonio Decaro, presidente dell’Associazio­ne nazionale comuni, guarda avanti: «Spero che nel 2018 avvenga la sterzata grazie a ingenti finanziame­nti che ci permettera­nno di realizzare piani urbani per una mobilità più sostenibil­e e grandi opere».

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