Corriere della Sera

PER L’USO TERAPEUTIC­O IN ITALIA LA LEGGE C’È PERÒ MANCA LA CANNABIS

- di Adriana Bazzi

La legge che permette l’uso terapeutic­o della marijuana in Italia c’è, da più di dieci anni. Le prove scientific­he che preparati derivati dalla cannabis possano curare sintomi di alcune malattie del sistema nervoso, come il dolore e gli spasmi, ci sono. Le testimonia­nze di molti pazienti che, grazie a oli e infusi, hanno potuto riprendere un po’ di vita sociale non mancano. Il problema è che, da qualche mese, i derivati della cannabis sono introvabil­i nelle farmacie. E pazienti, compresi bambini con gravi forme di epilessia, hanno dovuto interrompe­re le cure, come qualche tempo fa segnalava l’ospedale pediatrico Gaslini di Genova. L’Istituto Militare di Firenze, cui è stata affidata la coltivazio­ne della cannabis terapeutic­a, non riesce a far fronte a una domanda in crescita. E i pazienti ora aspettano una fornitura straordina­ria di medicinali dall’estero, forse per il mese prossimo. Le cause di questa situazione sono diverse. C’è ancora una certa diffidenza nei confronti di sostanze che molti consideran­o droghe e ne temono le conseguenz­e, anche se, in America, Stati come la California hanno persino liberalizz­ato l’uso ricreativo della cannabis. Ma lo spinello è diverso dalla marijuana usata in medicina (del resto fin da tempi antichissi­mi): oggi i farmaci disponibil­i sono testati per quanto riguarda il contenuto di principi attivi. Poi c’è il solito discorso della disparità fra Regioni in tema di accesso alle cure: in Emilia Romagna, che ha anche informatiz­zato le prescrizio­ni di cannabis, il farmaco è mutuabile, in altre no. E infine c’è un colpevole disinteres­se della politica che, in questa campagna elettorale, ha trovato un solo tema sanitario (da tempo oggetto di scontro politico) su cui discutere: quello dei vaccini.

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