«Date un’opportunità a mio figlio artigiano»
Sono madre di un giovane di 21 anni con un disturbo specifico di apprendimento, non amante dei libri, ma con una buona manualità. Per questo abbiamo scelto con lui una strada professionale e si è diplomato tecnico del legno, dopo un percorso quadriennale in un’ottima scuola professionale gestita dai Salesiani. Ha imparato molto, come dimostra la soddisfazione dei nostri amici che gli hanno affidato piccoli lavori, ma certamente molto deve ancora imparare. Si scrive che l’artigianato tiene, che le industrie cercano e non trovano tecnici capaci di usare le mani. Eppure abbiamo mandato decine di curricula in risposta a richieste specifiche di falegnami senza ricevere risposte. Tutti chiedono esperienza, anche se non è chiaro dove un giovane può farla. Pochissime sono le richieste di apprendisti: se ne trova qualcuna in Veneto, ma dover vivere e mantenersi fuori casa con uno stipendio da apprendista non è facile. Abbiamo cercato a Milano, dove viviamo, in Brianza, nel Varesotto. Nulla di nulla. Idem in Val d’Aosta, dove avrebbe un alloggio. E allora ? La ricerca continua, ma con sempre meno speranza. La passione per il suo lavoro si va spegnendo. Peccato, vero? So che è la situazione di moltissimi giovani, ma dispiace che nessuno voglia, malgrado le voci di ripresa e ricerca di artigiani, un giovane falegname motivato, educato, volonteroso.