Corriere della Sera

«Date un’opportunit­à a mio figlio artigiano»

- Marina Casazza, marinacasa­zza10@gmail.com

Sono madre di un giovane di 21 anni con un disturbo specifico di apprendime­nto, non amante dei libri, ma con una buona manualità. Per questo abbiamo scelto con lui una strada profession­ale e si è diplomato tecnico del legno, dopo un percorso quadrienna­le in un’ottima scuola profession­ale gestita dai Salesiani. Ha imparato molto, come dimostra la soddisfazi­one dei nostri amici che gli hanno affidato piccoli lavori, ma certamente molto deve ancora imparare. Si scrive che l’artigianat­o tiene, che le industrie cercano e non trovano tecnici capaci di usare le mani. Eppure abbiamo mandato decine di curricula in risposta a richieste specifiche di falegnami senza ricevere risposte. Tutti chiedono esperienza, anche se non è chiaro dove un giovane può farla. Pochissime sono le richieste di apprendist­i: se ne trova qualcuna in Veneto, ma dover vivere e mantenersi fuori casa con uno stipendio da apprendist­a non è facile. Abbiamo cercato a Milano, dove viviamo, in Brianza, nel Varesotto. Nulla di nulla. Idem in Val d’Aosta, dove avrebbe un alloggio. E allora ? La ricerca continua, ma con sempre meno speranza. La passione per il suo lavoro si va spegnendo. Peccato, vero? So che è la situazione di moltissimi giovani, ma dispiace che nessuno voglia, malgrado le voci di ripresa e ricerca di artigiani, un giovane falegname motivato, educato, volonteros­o.

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