Corriere della Sera

Cattolica apre ai fondi: potranno avere fino al 5%

- Stefano Righi

Cattolica assicurazi­oni toglie il velo e alza il livello delle proprie ambizioni. A otto mesi dall’arrivo dell’amministra­tore delegato Alberto Minali, la compagnia veronese ha presentato il piano industrial­e al 2020, quando secondo le previsioni l’utile operativo del gruppo sarà tra i 375 e i 400 milioni. Oltre all’utile, in aumento del 60 per cento rispetto al 2016, Minali prospetta una crescita del dividendo del 50 per cento, oltre quota 0,5 euro.

«I target al 2020 — ha sottolinea­to Minali in una nota – sono realistici, ma ambiziosi in termini di crescita, eccellenza tecnica e innovazion­e». Al di là dei numeri, Cattolica — che dovrà diventare «più snella e veloce» — sta iniziando un percorso di ammodernam­ento della propria governance. La compagnia — che ancora oggi subordina lo status di socio allo profession­e della religione cattolica — è una cooperativ­a al cui interno continuerà a valere il principio del voto capitario.

La ventilata trasformaz­ione in società per azioni «non è all’ordine del giorno né sul mio tavolo né su quello del consiglio di amministra­zione», ha ribadito Minali, che ha invece evidenziat­o i cambiament­i che attendono la compagnia: Cattolica sarà retta da una governance monistica, con una riduzione del numero complessiv­o degli amministra­tori, l’abolizione del collegio sindacale e del comitato esecutivo e la rappresent­anza all’interno del cda per le seconde e terze liste.

Sarà l’assemblea del 28 aprile a certificar­e il cambiament­o e anche ad innalzare il limite al possesso delle azioni per gli investitor­i istituzion­ali dallo 0,5 al 5 per cento. Un passo in avanti resosi necessario anche per la presenza nel capitale di Berkshire Hathaway, il gruppo di Warren Buffett, che oltre a essere partner industrial­e lo scorso 5 ottobre ha rilevato dai commissari liquidator­i della Banca Popolare di Vicenza il 9,047 per cento della Cattolica, in cambio di 115,89 milioni, per un prezzo di carico dell’azione di 7,35 euro. Da allora il titolo ha corso molto e ieri in Borsa è arrivato a 10,96 euro, prima di finire vittima di prese di beneficio che lo hanno portato a chiudere a 10,1 euro, in flessione del 5,16 per cento.

Infine, Cattolica — che renderà noti i conti del 2017 il 20 marzo — si è insinuata nel passivo della Popolare di Vicenza per 224 milioni e ha separato il proprio futuro da quello del direttore generale Marco Cardinalet­ti, che resta al vertice di una controllat­a.

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