Cattolica apre ai fondi: potranno avere fino al 5%
Cattolica assicurazioni toglie il velo e alza il livello delle proprie ambizioni. A otto mesi dall’arrivo dell’amministratore delegato Alberto Minali, la compagnia veronese ha presentato il piano industriale al 2020, quando secondo le previsioni l’utile operativo del gruppo sarà tra i 375 e i 400 milioni. Oltre all’utile, in aumento del 60 per cento rispetto al 2016, Minali prospetta una crescita del dividendo del 50 per cento, oltre quota 0,5 euro.
«I target al 2020 — ha sottolineato Minali in una nota – sono realistici, ma ambiziosi in termini di crescita, eccellenza tecnica e innovazione». Al di là dei numeri, Cattolica — che dovrà diventare «più snella e veloce» — sta iniziando un percorso di ammodernamento della propria governance. La compagnia — che ancora oggi subordina lo status di socio allo professione della religione cattolica — è una cooperativa al cui interno continuerà a valere il principio del voto capitario.
La ventilata trasformazione in società per azioni «non è all’ordine del giorno né sul mio tavolo né su quello del consiglio di amministrazione», ha ribadito Minali, che ha invece evidenziato i cambiamenti che attendono la compagnia: Cattolica sarà retta da una governance monistica, con una riduzione del numero complessivo degli amministratori, l’abolizione del collegio sindacale e del comitato esecutivo e la rappresentanza all’interno del cda per le seconde e terze liste.
Sarà l’assemblea del 28 aprile a certificare il cambiamento e anche ad innalzare il limite al possesso delle azioni per gli investitori istituzionali dallo 0,5 al 5 per cento. Un passo in avanti resosi necessario anche per la presenza nel capitale di Berkshire Hathaway, il gruppo di Warren Buffett, che oltre a essere partner industriale lo scorso 5 ottobre ha rilevato dai commissari liquidatori della Banca Popolare di Vicenza il 9,047 per cento della Cattolica, in cambio di 115,89 milioni, per un prezzo di carico dell’azione di 7,35 euro. Da allora il titolo ha corso molto e ieri in Borsa è arrivato a 10,96 euro, prima di finire vittima di prese di beneficio che lo hanno portato a chiudere a 10,1 euro, in flessione del 5,16 per cento.
Infine, Cattolica — che renderà noti i conti del 2017 il 20 marzo — si è insinuata nel passivo della Popolare di Vicenza per 224 milioni e ha separato il proprio futuro da quello del direttore generale Marco Cardinaletti, che resta al vertice di una controllata.