Corriere della Sera

DE ANDRÉ POESIA E MUSICA

Da oggi in edicola i dischi del cantautore genovese: 22 appuntamen­ti a cadenza quindicina­le da «Volume 1» ad «Anime salve», un testamento spirituale

- di Mario Luzzatto Fegiz

Celebri Da «La guerra di Piero» a «La canzone di Marinella»: tanti brani celebri in «Volume 3»

CAPOLAVORI REGISTRATI IN STUDIO E CONCERTI DAL VIVO: CANZONI ORIGINALI IN VINILI DA COLLEZIONE

Le canzoni originali di Fabrizio De André sul supporto originale in cui furono incise. È questa la proposta artistica che il Corriere della sera e la Gazzetta dello sport fanno alla sempre più numerosa platea di amanti del disco di vinile. La prima uscita oggi 30 gennaio con Volume I pubblicato da De André nel 1967 (in cui esistono capolavori diventati classici) a 9,99 euro più il prezzo del quotidiano. Tutta l’opera si compone di 22 album che usciranno a cadenza quindicina­le al prezzo di euro 17,99 (24,99 per i doppi e tripli). Quello che gli appassiona­ti del vinile sostengono è che il disco «ha un suono suo, morbido sui bassi, dolce sui medi e aperto sugli alti che spazza via anni di massimizza­zione e di compressio­ne selvaggia volta a mettere tutte le frequenze in primo piano».

Fatta questa premessa tecnica passiamo ai contenuti di Volume I. Preghiera in gennaio, Bocca Di Rosa, Carlo Martello, Via del campo sono le più note. Ciascuna con una storia. Ma ci sono brani altrettant­o belli dimenticat­i come Marcia nuziale (un matrimonio che sembra un funerale),

Spiritual, Si chiamava Gesù, La canzone di Barbara. In questo disco, fra misticismo e ironia, c’è già il genio maturo di De André. Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poiters nacque in modo curioso. In una stanza Mauro De André fratello maggiore di Fabrizio preparava l’esame di procedura civile, in quella accanto Paolo Villaggio e Fabrizio si aiutavano a vicenda per l’esame di Diritto privato. Dopo un mese Mauro superò a pieni voti l’esame, tappa di un percorso che lo portò a diventare insigne avvocato. Fabrizio e Villaggio invece

composero il brano, ameno e goliardico su Carlo Martello, e un altro intitolato

Il fannullone. Non dettero l’esame e non si laurearono mai.

Carlo Martello, per l’epoca risultava provocator­ia e ai limiti dell’oscenità perché immagina il famoso condottier­o che, sulla via del ritorno dopo i trionfi militari, vede una bella fanciulla che finge di essere soggiogata dal fascino del sovrano mentre poi si rivela una meretrice. Via del Campo, nata dalle frequentaz­ioni del popolare e malfamato quartiere genovese di via Pre, anticipa quell’attenzione al mondo dei poveri, degli ultimi senza speranza di riscatto al quale De André ha dedicato la sua attenzione nel corso della lunga carriera. Volume I si apre con una canzone di struggente bellezza Preghiera in gennaio scritta la notte prima dei funerali di Tenco, morto al festival di Sanremo: nel brano campeggia la figura di un Dio finalmente vicino al dolore degli uomini che accoglie anche i suicidi «perché non c’è l’inferno nel regno del buon Dio».

Il tema della morte e dei perdenti torna nell’album

Tutti morimmo a stento (in uscita il 13 febbraio) una galleria che comprende tossici, ragazze traviate, e varia umanità. Il brani più noti sono il Cantico dei drogati e la Ballata degli impiccati. L’album, vendette moltissimo. Ma il De André che viene colto dalla grande platea esce nel 1968 con Volume 3 (in uscita il 27 febbraio) dove troviamo un concentrat­o di brani sempreverd­i: La guerra di Piero, Il testamento, La ballata del Miché e soprattutt­o La Canzone di Marinella, oltre a versioni

italiane di ll gorilla e Nell’acqua di chiara fontana (Brassens).

Molto ampia l’opera di De André che in questa raccolta vede riprese di concerti dal vivo e vari capolavori realizzati in studio. La buona novella pubblicata nel 1970 è centrata sui Vangeli apocrifi («alternativ­i a quelli ufficiali — diceva de André —, che erano un po’ l’ufficio stampa di Gesù»), quello con l’indiano in copertina (uscito all’indomani del rapimento e in qualche modo assolutori­o verso i carnefici che lo tennero prigionier­o) e naturalmen­te Crêuza de mä (Mulattiera sul mare) tutto in dialetto genovese (1984) e Anime salve, quasi un testamento spirituale. Non al denaro, non all’amore né al cielo e Storia di un impiegato sono delle miniere di musica e poesia che il grande pubblico potrà riscoprire.

 ??  ?? Giovane Fabrizio De André negli anni 60. Il debutto discografi­co risale all’ottobre del 1961
Giovane Fabrizio De André negli anni 60. Il debutto discografi­co risale all’ottobre del 1961

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy