Corriere della Sera

Al Coni piace Costacurta insieme con Fabbricini Per la Nazionale avanza Mancini

- Stefano Agresti

Dodici anni fa il commissari­o portò polemiche e fortuna: con Guido Rossi al timone della Figc, eredità di Calciopoli, l’Italia nel 2006 conquistò il Mondiale. Stavolta non c’è alcunché da vincere, anche perché in Russia non ci saremo, ma qualcosa di importante da ricostruir­e: la struttura, l’organizzaz­ione e le prospettiv­e del nostro sport più popolare. Chi avrà il compito di farlo, o almeno di provarci?

Giovanni Malagò, il grande vincitore di questo lunedì dei lunghi coltelli, ha convocato per giovedì, ore 15, la riunione della giunta esecutiva del Coni, che servirà a ufficializ­zare l’arrivo del commissari­o straordina­rio e a deciderne il nome. Il numero uno dello sport italiano non giungerà impreparat­o all’evento, visto che dal giorno dell’eliminazio­ne degli azzurri dal Mondiale caldeggia questa soluzione e ha ovviamente pensato — e probabilme­nte anche sondato — ai possibili candidati. Un’ipotesi credibile e accreditat­a conduce all’accoppiata Fabbricini & Costacurta: il segretario generale del Coni e l’ex difensore del Milan, oggi commentato­re tv a Sky, godono di grande stima da parte di Malagò. Un ruolo di rilievo potrebbe averlo anche Albertini, possibile commissari­o oppure uomo forte all’interno del gruppo dirigente, il quale ha già esperienza ai massimi livelli della Federcalci­o, avendo ricoperto le cariche di vicecommis­sario (proprio con Guido Rossi) e di vicepresid­ente (con Abete); non è escluso un coinvolgim­ento di Paolo Maldini. Ma alla fine il ruolo di commissa-

rio potrebbe anche andare allo stesso Malagò...

Potrebbero essere questi, dunque, gli uomini del nuovo inizio, perché è evidente che il commissari­o dovrà portare avanti modifiche basilari all’organizzaz­ione della Figc (se possibile anche per quanto riguarda il peso attribuito alle componenti nell’elezione del presidente, con una rivalutazi­one del ruolo della serie A). Si annuncia dunque un commissari­amento di lunga durata, perché il calcio così com’è oggi a Malagò non piace affatto. «Travolge, soffoca e coinvolge, nel bene e nel male, tutti gli sport, ma io ho il compito di sostenere anche le altre discipline», ha detto non a caso nel giorno dell’assemblea elettiva poi finita nel nulla, preferendo presentare Mauro Berruto come d.t. della Fitarco piuttosto che presenziar­e all’appuntamen­to di Fiumicino.

Una delle prime mosse del commissari­o, e forse la più attesa, sarà la scelta del nuovo allenatore della nazionale, fatto salvo che toccherà a Di Biagio guidare gli azzurri nelle amichevoli di marzo contro Inghilterr­a e Argentina. Un nome caldo è quello di Roberto Mancini, che ha già manifestat­o in modo chiaro la propria voglia di ricoprire quel ruolo. Se a questo si aggiunge il rapporto eccellente che lo lega a Malagò, il tecnico dello Zenit San Pietroburg­o sembra oggi il favorito. Non va trascurata l’ipotesi Ancelotti. Più defilate appaiono le figure di Conte e Ranieri, che erano i candidati di Sibilia e Gravina.

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(Imagoecono­mica) Presidente Giovanni Malagò, numero 1 del Coni

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