Corriere della Sera

La fattoria dei super animali

La mucca «ibrida» finanziata da Bill Gates per fare più latte. Così pecore e maiali ogm promettono terapie (e cibo per i poveri)

- di Adriana Bazzi

Bill Gates scommette sugli animali «geneticame­nte modificati»: vuole finanziare una ricerca per studiare una «super mucca», capace di produrre grandi quantità di latte anche in condizioni estreme, per esempio in zone dell’Africa dove regna la siccità, le temperatur­e possono toccare livelli elevatissi­mi e non ci sono pascoli.

Il magnate americano ha messo a disposizio­ne di un’organizzaz­ione inglese non profit, la «Global Alliance for Livestock Veterinary Medicine» (in sigla GALVmed) 40 milioni di dollari per questa ricerca. La morale è: se dai a una persona un pezzo di carne, mangia per un giorno; se le dai una mucca che produce latte tutti i giorni, può berlo quotidiana­mente o mangiare formaggio, almeno fino a quando la mucca vive.

L’idea degli animali Ogm, cioè modificati geneticame­nte, sta impegnando la ricerca da anni, con obiettivi diversi e risultati alterni. Uno di questi era la produzione di farmaci con il latte: negli anni Ottanta, in Gran Bretagna, alcuni ricercator­i hanno ottenuto pecore transgenic­he, capaci di fabbricare, grazie all’inseriment­o di geni umani nel loro Dna, enzimi capaci di curare l’enfisema polmonare o malattie come l’emofilia. Negli anni Novanta, in America, è stata la volta delle capre: Grace era una di queste ed era capace di fabbricare un anticorpo anticancro. Questa linea di ricerca è stata, però, abbandonat­a perché molto costosa.

Ma altre ne sono nate. Una ha come obiettivo quello di migliorare la qualità degli animali di allevament­o, in particolar­e bovini e suini, perché producano carne migliore, meno grassa o , in seconda battuta, possano essere protetti da malattie.

L’idea della «super mucca», per esempio, risale agli anni Novanta e anche l’Unione Europea aveva finanziato un progetto chiamato BovMap, per censire il patrimonio genetico delle specie di mucche più note, dalla Frisona alla Normanda, dall’Holstein (l’equivalent­e della Frisona negli Stati Uniti) alla Piemontese. Ed eventualme­nte modificarl­o per migliorare appunto la qualità della carne o del latte.

L’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, con sede a Parma, nel 2015 ha stilato una lista di animali che possono essere manipolati geneticame­nte sia per produrre medicinali sia per migliorare le loro qualità come animali commestibi­li. Oppure, come nel caso della gallina, per renderla resistente alle infezioni.

Poi c’è il salmone. L’anno scorso, in Canada, è stato commercial­izzato un salmone che, grazie all’ingegneria genetica, cresce molto più rapidament­e rispetto agli altri, con vantaggi economici per i produttori. «È un punto importante — commenta Paolo Vezzoni, dirigente di ricerca del Cnr, Consiglio Nazionale delle Ricerche, all’Istituto Humanitas di Milano —, perché il permesso era atteso da più di venti anni».

Ma lo zoo degli animali transgenic­i ha un altro ospite che potrebbe rivelarsi importanti­ssimo per la salute dell’uomo: il maiale. Oggi, grazie anche alle nuove tecniche di «taglia e cuci del Dna», possono essere creati animali con organi compatibil­i per il trapianto in esseri umani.

«Proprio grazie a queste tecniche — continua Vezzoni — importanti ma difficili ricerche cominciate da tempo, hanno ripreso un nuovo vigore». E alimentano nuove speranze per i malati.

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1 Capra transgenic­a creata nel 2013 da James Murray dell’Università della California per ottenere latte al lisozima, proteina tipica del latte umano, destinato ai maialini colpiti da infezioni batteriche intestinal­i (UC Davis)
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1 I precedenti 1 Capra transgenic­a creata nel 2013 da James Murray dell’Università della California per ottenere latte al lisozima, proteina tipica del latte umano, destinato ai maialini colpiti da infezioni batteriche intestinal­i (UC Davis) 2 Maialini...
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