Corriere della Sera

Ema, la Corte di giustizia riceve i ricorsi La prudenza di Gentiloni, l’Europa frena

Il premier: «Provarci e verificare». Chiesto il sopralluog­o della Commission­e ad Amsterdam

- Fabrizio Caccia

L’annuncio della Corte di giustizia europea è arrivato ieri mattina su Twitter: i due ricorsi, del governo italiano e del Comune di Milano, «miranti a fare annullare la decisione di assegnare ad Amsterdam la sede dell’Ema» sono giunti a destinazio­ne. Ma ora la strada è tutta in salita.

Portare l’Agenzia europea del farmaco (Ema) a Milano? «Io penso che dobbiamo provarci, anche se non dobbiamo farci illusioni — dice il premier Paolo Gentiloni —. Negli ultimi giorni è emerso che nel dossier di Amsterdam ci sono delle informazio­ni forse incomplete e abbiamo il dovere di verificare se questo è vero. La partita non è chiusa». Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, si spinge oltre: «Milano è assolutame­nte pronta e ha il livello più elevato di offerta di servizi e accoglienz­a per un’istituzion­e internazio­nale come l’Ema».

Il governo italiano lo spiega nel ricorso: il requisito principale per chiedere l’assegnazio­ne dell’Agenzia del farmaco europea, destinata a lasciare Londra dal 30 marzo 2019, cioè dal primo giorno di Brexit, riguardava la disponibil­ità della sede. Milano aveva indicato subito il Pirellone, che la Regione Lombardia era pronta a cedere. Amsterdam, invece, ha dato indicazion­i più vaghe che tuttavia sono state prese per buone. Eppure, tre giorni fa, le autorità olandesi hanno dovuto ammettere che la nuova sede definitiva non sarà mai pronta per la data fatidica.

Ecco, dunque, cosa scrive l’Avvocatura dello Stato italiano: «La non corrispond­enza della realtà dei fatti a quanto rappresent­ato nell’offerta non può non riverberar­si sulla validità della decisione finale». Si chiede, perciò, l’annullamen­to della decisione presa il 20 novembre scorso e, «per conseguenz­a», l’assegnazio­ne della sede Ema a Milano. E scendono in campo anche i membri italiani del Parlamento europeo: «Abbiamo chiesto alle autorità olandesi di effettuare prossimame­nte un sopralluog­o con la Commission­e Ue presso i locali che il governo dell’Aia ha messo a disposizio­ne», annuncia Giovanni La Via, relatore della commission­e ambiente dell’Europarlam­ento, che a marzo in seduta plenaria si riunirà per pronunciar­si sul nuovo regolament­o dell’Ema post Brexit.

«Saremo onorati di ricevere una visita — la risposta da parte olandese — impazienti di condivider­e i nostri piani e progressi». E il ministro della Salute, Bruno Bruins, garantisce: «Stiamo facendo di tutto per assicurare un’ordinata transizion­e dell’Ema». La doccia fredda, però, arriva da Bruxelles: «Non siamo parte del dibattito — taglia corto il commissari­o europeo alla Salute, Vytenis Andriukait­is —. Un dibattito, quello italiano, da campagna elettorale. La decisione del Consiglio Ue sulla sede dell’Ema è stata presa e ne stiamo seguendo l’attuazione in stretto contatto con le autorità olandesi».

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Al lavoro Il cantiere nell’area dove dovrebbe sorgere la nuova sede dell’Ema ad Amsterdam

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