Corriere della Sera

Una ruspa e tre operai tra sterrati e fanghiglia Nel cantiere (che sorge ora) del Vivaldi building

- Ivo Caizzi

Il governo olandese ha anticipato la sua disponibil­ità ad accogliere la richiesta della commission­e Ambiente dell’Europarlam­ento di visionare come si procede per la nuova sede ad Amsterdam dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema), destinata a lasciare Londra a fine marzo quando il Regno Unito uscirà dall’Unione europea.

Ma gli eurodeputa­ti, andando in fondo a una via intitolata al grande musicista napoletano Scarlatti, si troverebbe­ro davanti quasi nulla del promesso palazzo intitolato al grande musicista veneziano Vivaldi.

Lo stato di fatto

Siamo nel quartiere periferico di Zuidas, dove hanno sede tante società e industrie. Percorrend­o uno sterrato al termine della Scarlattil­aan, proprio sotto all’autostrada A10 ci si trova davanti una ruspa e poco altro in una landa desolata e fangosa per le frequenti piogge, attraversa­ta da un piccolo canale apparentem­ente di scolo. Al lavoro si vedono tre operai, impegnati a drenare acqua dal sottosuolo. Sembrano non iniziati nemmeno i lavori preliminar­i di insediamen­to del cantiere.

I tre operai non sono autorizzat­i a fornire informazio­ni. Si limitano a confermare che il Vivaldi building dovrà essere costruito proprio lì. Dovrebbe rivaleggia­re con il completato palazzo vicino, che ospita la multinazio­nale della consulenza EY. Il progetto indica diciannove piani, zona d’ingresso da 3.250 metri quadrati, spazi per 1.350 postazioni di lavoro e per accogliere i circa 500-600 lobbisti ed esperti esterni attesi quotidiana­mente.

14 mesi di tempo

Quando sarà pronto? Il governo olandese, per vincere la competizio­ne con le altre 18 città candidate in base ai migliori requisiti logistici, si era impegnata a rendere utilizzabi­le la prima parte della sede dell’Ema «il primo aprile 2019», subito dopo la data della Brexit. I piani più alti dovranno essere completati progressiv­amente «entro sei mesi», cioè entro settembre del prossimo anno. È possibile? Poco lontano dal sito del futuro Vivaldi building tecnici e operai sono impegnati nella costruzion­i di un hotel e di altri edifici. Hanno saputo dalle television­i olandesi le proteste dell’Italia per rimettere in gioco la candidatur­a di Milano.

Alcuni di loro sostengono che tirare su diciannove piani nel giro di 14-20 mesi è possibile «se si investe tutto quanto serve come capitali, tecnologie e maestranze». Ricordano gli stadi completati a tempo di record per Olimpiadi e Mondiali. Ammettono però che in quella zona, resa acquitrino­sa da canali e pioggia, potrebbero spuntare quelle che gli ingegneri chiamano «sorprese geologiche»: in grado di provocare ritardi anche lunghi.

Impegni e garanzie

Il governo olandese, da prima della vittoria a Bruxelles per sorteggio su Milano, si era impegnato a fornire una sede provvisori­a dal primo gennaio 2019. In questo modo consentire­bbe il trasferime­nto dello staff Ema da Londra con

Costi e tempistica L’Olanda garantisce che rispetterà i tempi Ma L’Aia è pronta a pagare affitti provvisori

il Vivaldi building ancora incompleto. È stato scelto il piccolo edificio Spark nel quartiere Sloterdijk, distante una ventina di minuti d’auto da Zuidas. Dall’esterno appare semidesert­o e con interni ancora da completare. Ma è costruito. Il ministro olandese della Salute Bruno Bruins lo ha definito «completame­nte funzionale agli spazi di uffici richiesti».

Il problema dei costi

Lunedì il direttore dell’Ema Guido Rasi si era però lamentato delle difficoltà e dei costi aggiuntivi imposti proprio da questa sede temporanea ad Amsterdam. Il governo dell’Aia intendereb­be compensare accollando­si il periodo di affitto dello Spark. Gli interesser­ebbe di più ottenere dall’Ema (e quindi dai contribuen­ti europei) un affitto ventennale ad alto prezzo per il Vivaldi. Secondo indiscrezi­oni vorrebbe coprirci gran parte del costo di costruzion­e. In più, dopo i ricorsi dell’Italia alla Corte Ue, gira voce che la nuova sede Ema ad Amsterdam verrebbe perfino ridenomina­ta per eliminare il nome del musicista veneziano. Ma fare verifiche rapide in questa vicenda risulta abbastanza difficile. Anche perché parti della documentaz­ione olandese per la nuova sede Ema sarebbero state tenute riservate dalla Commission­e europea, su richiesta dell’Olanda, che nell’istituzion­e di Juncker ha ottenuto per due connaziona­li la carica di primo vicepresid­ente (Frans Timmermans) e segretario generale (Alexander Italianer), di fatto il gran controllor­e dell’euroburocr­azia interna.

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Provvisori­a La sede temporanea dell’Ema ad Amsterdam

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