Parlamentarie M5S, caos tra addii e accuse Il Pd: 240 euro di sgravi per i figli a carico
Di Benedetto: tanti riciclati, rinnegate le origini. Bufera sui post razzisti di un candidato Lo stop ai dati del voto online. Di Battista: agenti provocatori per tentare i politici
Non si placano le polemiche sulle Parlamentarie del M5S. La deputata Chiara Di Benedetto ha deciso di lasciare il Movimento: «C’è un leader e tanti riciclati». Alessandro Di Battista ribadisce che serve «la reintroduzione di un agente provocatore per sconfiggere la corruzione». Dal centrosinistra Renzi propone sgravi di 240 euro per i figli a carico. Berlusconi rassicura i suoi: «Sto benissimo. Il centrodestra vincerà».
Dubbi, malumori, sospetti. Sulle Parlamentarie Cinque Stelle non si placano le polemiche e— a quasi due settimane dalla pubblicazione dei risultati — è ancora mistero sui numeri dei vincitori. C’è chi parla di «voto oscurato». «Sulle Parlamentarie il M5S rasenta il ridicolo», attaccano i dem. A gettare acqua sul fuoco è intervenuto Davide Casaleggio: «Non temiamo ricorsi perché tutto il processo delle votazioni è stato fatto seguendo quanto prescritto dallo statuto del M5S — ha detto in un’intervista al Fatto Quotidiano —. I dati delle Parlamentarie saranno pubblicati rispettando la volontà di chi ha chiesto di non rendere pubblici i suoi dati». I tempi della pubblicazione, però, restano ancora incerti. Nonostante i toni decisi dello stratega del Movimento, tra la base cresce l’idea che i Cinque Stelle si vogliano tutelare da eventuali cause. Diversi candidati in posizioni borderline sono sul piede di guerra: vogliono conoscere quanto le quote di genere abbiano pesato sulle loro chance di entrare in Parlamento. Le donne in lista, per via delle regole del Rosatellum — filtra tra le indiscrezioni —, potrebbero aver sopravanzato con meno voti aspiranti deputati e senatori ora a rischio elezione. Sospetti che fino alla pubblicazione dei numeri si alimentano in discussioni interne ai gruppi locali.
Il clima di veleni, però, si allarga. La deputata Chiara Di Benedetto, ricandidata alle politiche al quarto posto alla Camera in Sicilia, ha deciso di lasciare i Cinque Stelle. E lo ha annunciato con un post su Facebook. «Non posso riconoscermi — scrive la deputata — in ciò che viene spacciato per Movimento, ma che si pone come la sua più volgare negazione». E punge: «Mi ritrovo un leader, una struttura di partito e accanto a me, in lista, riciclati di altri partiti, o candidati con precedenti esperienze politiche di cui il M5S sembra vantarsi». Di Benedetto, che è la compagna di Mauro Giulivi, l’attivista che ha fatto causa in Sicilia per la sua esclusione alle Regionali, racconta: «Sono stata isolata ed emarginata». E tra i candidati che rimangono in corsa è di nuovo bufera — stavolta per dei post anti migranti («pippe straniere») del piemontese Paolo Turati, che si difende: «Uno sfogo infelice».
Ma a tenere banco in giornata sono anche le dichiarazioni di Alessandro Di Battista, di nuovo in tour per l’Italia, che a Radio Capital torna a battere su uno dei cavalli di battaglia del Movimento (era stato presentato in commissione Giustizia al Senato nel 2015): «Serve la reintroduzione di un agente provocatore per sconfiggere la corruzione». Poi attacca la stampa: «Ci sono giornaloni, non tutti, che stanno sguinzagliando giornalisti per andare a spulciare i profili dei candidati del Movimento».
E anche Beppe Grillo torna a parlare dei media: «Non tutte le notizie sono completamente false, non tutte sono verificabili. Gran parte degli articoli non riporta informazioni false, ma le presentano in modo distorto», scrive sul blog. Poi sorprende, criticando indirettamente la Rete: «Anche se la produzione di notizie fake sta diminuendo rispetto all’anno scorso, la loro diffusione sui social è invece imponente».