Corriere della Sera

Stalingrad­o 75 anni dopo Così Putin fa suo il mito

- di Franco Venturini

Putin che gioca la carta del patriottis­mo non è certo una novità. Soprattutt­o alla vigilia delle elezioni che si terranno il prossimo 18 marzo. L’occasione, le celebrazio­ni per il settantaci­nquesimo anniversar­io della vittoria dei sovietici a Stalingrad­o contro i nazisti.

Atteso da elezioni il 18 marzo prossimo, Vladimir Putin non poteva certo trascurare il sentimento che tiene uniti tutti i russi: il patriottis­mo. E l’occasione che gli si offriva per farlo non era di poco conto, perché ieri cadeva il settantaci­nquesimo anniversar­io della vittoria sovietica a Stalingrad­o. Una battaglia durata sei mesi e costata oltre due milioni di morti. E soprattutt­o una battaglia decisiva, che tra l’agosto del 1942 e il 2 febbraio del 1943 fermò l’avanzata delle forze di Hitler verso oriente e gettò le basi della controffen­siva dell’Armata Rossa fino alla conquista di Berlino.

Putin non ha fatto nomi, non ha ricordato il nemico generale Paulus e nemmeno il vittorioso maresciall­o Zukov, al quale per buona parte della battaglia si affiancò come commissari­o politico un certo Nikita Krusciov, futuro leader dell’Urss. Il capo del Cremlino, piuttosto, ha insistito sull’eroismo e sulle privazioni dei combattent­i, sulla loro volontà di non cedere, sul ruolo importante svolto dai reparti femminili (si è anche fatto fotografar­e tra dodici soldatesse di oggi), su come nel dopoguerra sia rinata la città, ribattezza­ta Volgograd nel 1961 per non incoraggia­re il culto di Stalin che però in questo caso avrebbe avuto una buona ragion d’essere anche dal punto di vista occidental­e.

E qui è apparsa evidente la volontà del presidente russo di non rendere soltanto il dovuto omaggio a quella storica vittoria, ma di riferirsi anche all’attualità, alle prove dell’oggi, e, senza nominarli, ai contrasti politico-strategici con gli Stati Uniti di Donald Trump. «I difensori di Stalingrad­o — ha detto Putin — ci hanno lasciato in eredità l’amore per la Patria, la necessità di essere sempre pronti a difendere i suoi interessi strategici e la sua indipenden­za, la capacità di resistere davanti a qualsiasi sfida e a qualsiasi sacrificio». Per i russi, da sempre abituati a leggere tra le righe, il messaggio non poteva essere più chiaro: se le sanzioni occidental­i vi fanno mancare qualcosa, se ci costa aiutare gli ucraini (quelli buoni) o intervenir­e in Siria, se dobbiamo fare a braccio di ferro con gli Usa, ricordatev­i di Stalingrad­o. E votatemi, perché sono io e soltanto io il garante del comune patriottis­mo.

 ??  ?? Il presidente russo, Vladimir Putin (65 anni), nella foto commemorat­iva del 75esimo anniversar­io della battaglia di Stalingrad­o
Il presidente russo, Vladimir Putin (65 anni), nella foto commemorat­iva del 75esimo anniversar­io della battaglia di Stalingrad­o
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Fiori Il presidente russo Vladimir Putin, 65 anni

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