«Troppe leggi e burocrazia Qui agli Uffizi l’ho scoperto da subito»
«D ovete riscoprire gli antichi Romani, copiarli, imitarli, assimilarli».
I Romani contro la burocrazia, direttore Eike Schmidt?
«Certo, come abbiamo fatto noi tedeschi. Giulio Cesare con le sue conquiste ha esportato lo stato dell’arte dell’organizzazione e del diritto. I Romani hanno razionalizzato le normative e hanno insegnato al mondo come applicarle».
E abbiamo dimenticato la lezione?
«Nonostante i passi da gigante compiuti, soprattutto nei Beni culturali con la riforma Franceschini, l’enorme proliferare e sovrapporsi di leggi, regolamenti e interpretazioni varie, provoca inevitabilmente problemi. L’ultima decisione del Consiglio di Stato non mi ha sorpreso. È chiaro che se ci sono leggi che si sovrappongono è difficile decidere».
Voi tedeschi come fate?
«Abbiamo una gerarchia legislativa assai rigida. La norma generale, per esempio, supera quella locale. La legge più recente, in caso di conflitti, ha priorità su quella passata. E infine, come accade in Giappone, la norma più concreta supera quella generica».
Lei è direttore degli Uffizi di Firenze dal 2015 e da subito si è battuto per semplificare anche le assunzioni.
«Certo. Se serve un restauratore con una certa specializzazione agli Uffizi, è importante fare presto. E invece…».
E invece?
«Serve un bando pubblico, trascorre troppo tempo e magari arriva qualcuno con altre competenze». Così lei a fine mandato, nel 2019, ha deciso di rifugiarsi a Vienna. «Assolutamente no. È solo una nuova esperienza al Kunsthistorisches, museo straordinario. Ma a Firenze spero di tornare».
Dovete riscoprire gli antichi Romani, come abbiamo fatto noi tedeschi: loro hanno insegnato al mondo come si applica il diritto