Corriere della Sera

«A Mantova il prototipo della riforma Ma è difficile lavorare così»

- Roberta Scorranese

Pdotete immaginare come mi sento. Mi sono letto tutte le 170 pagine della sentenza I successi di questa gestione sono sotto gli occhi di tutti

«S e lei mi chiede come sto, credo che la risposta sia intuibile. Tutti possono immaginare come mi sento». A parlare (raggiunto al telefono) è Peter Assmann, 63 anni, nato a Zams, Tirolo, una carriera dedicata all’arte che, nell’estate del 2015 lo ha catapultat­o a Mantova, dove è stato nominato direttore di Palazzo Ducale. Lui aveva già diretto l’ associazio­ne dei musei austriaci el’ Oberöst erre ichischen Landenmuse­en di Linz, ma non aveva fatto i conti con l’intrico delle leggi italiane: l’anno scorso la contestazi­one del Tar del Lazio, ieri la decisione del Consiglio di Stato, che ha rimandato all’adunanza plenaria la legittimit­à della sua nomina in quanto «direttore straniero».

Dottor Assmann, come si lavora con questa pressione sulle spalle?

«Lascio immaginare a tutti come. Adesso però non voglio sbilanciar­mi. Sto aspettando dei chiariment­i e dopo potrò essere più preciso».

Nel frattempo che cosa ha fatto quando ha letto della decisione del Consiglio di Stato?

«Semplice: mi sono letto le 170 pagine

della sentenza. Tutte».

Quindi lo spirito è di chi non si arrende?

«Tra qualche giorno sarò più chiaro».

Ma come ha lavorato in questi mesi, comunque densi di polemiche per la sua cittadinan­za? «I successi sono sotto gli occhi di tutti. E non sto parlando solo di incremento di visitatori ma anche di un interesse da parte degli stranieri. Noi siamo il prototipo perfetto della riforma Franceschi­ni».

Quindi ha lavorato bene?

«Con il poco che ho avuto e in mezzo a tante difficoltà certo, posso dire di essere soddisfatt­o».

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Piazza Sordello Il museo di Palazzo Ducale a Mantova è diretto da Peter Assmann

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