Corriere della Sera

Esce il canone Rai, dentro mango e avocado

Aggiornato il paniere per il calcolo del costo della vita, a gennaio l’inflazione rallenta e scende allo 0,2%

- Lorenzo Salvia

La prima arrivò in piazza San Babila, a Milano. Era il 10 febbraio 1952. Poi le cabine telefonich­e si sono moltiplica­te, fino a superare quota 100 mila. Negli ultimi anni sono uscite dalla nostra vita di tutti i giorni. E adesso, con comodo, escono pure dal paniere dell’Istat, l’elenco dei 1.489 prodotti usati per misurare l’inflazione. Anche l’Istituto di statistica fa un po’ di turn over. E, come a ogni inizio d’anno, aggiorna la sua lista in base ai cambiament­i nelle abitudini dei consumator­i.

L’esclusione della spesa per la «telefonia pubblica», tecnicamen­te si chiama così, era attesa da tempo. Inevitabil­e in un Paese con più cellulari che persone, ne abbiamo 1,58 a testa. Forse in ritardo rispetto alla storia visto che la cabine ancora in vita sono appena 18 mila, e vedere qualcuno che le usa è ormai un evento. Ci vuole sempre un po’ di tempo per adattare l’elenco alle abitudini degli italiani: la badanti e i voli low cost, per dire, sono entrati solo nel 2010, mentre l’estetista è entrata nel 2005. Un’altra uscita eccellente è quella del canone Rai. Qui la spiegazion­e è tecnica: adesso che è stato assorbito nella bolletta elettrica, il canone non è più un prezzo che si paga per avere un servizio. Ma, di fatto, una tassa sul possesso del televisore. E le tasse non possono far parte del paniere. Restano dentro invece gli abbonament­i per le tv a pagamento. L’ultima uscita è quella del lettore Mp4, una delle tante vittime degli smartphone.

Se le uscite sono tre, i prodotti che entrano nel paniere sono invece 5. Alla voce frutta esotica spuntano avocado e mango, oggi venduti anche in tutti i vecchi mercati rionali, hanno osservato all’Istat. E che ormai non sono per forza esotici visto che, come fa notare la Coldiretti, con i cambiament­i climatici degli ultimi anni queste produzioni sono sbarcate anche in Italia, in particolar­e in Sicilia e in Calabria. Entra nel paniere anche la lavasciuga: lavatrice a asciugatri­ce c’erano già, qui si tratta della singola macchina che fa tutte e due le cose. Ad accompagna­rla c’è il robot aspirapolv­ere, che prima o poi finirà per sottrarre lavoro alle colf. Infine c’è il ritorno dei vini liquorosi, depennati alla fine degli anni 90 quando il vecchio vermouth non andava più di moda. E adesso rientrati nel listone grazie al traino del passito.

Oltre al turn over c’è anche un’altra novità importante nel paniere di quest’anno. Per la prima volta i prezzi utilizzati non saranno solo controllat­i sul campo dai rilevatori comunali, che si aggirano tra gli scaffali dei negozi di mezza Italia. Ai loro dati si aggiungera­nno quelli trasmessi in automatico dalle casse di 1.781 super e ipermercat­i, scelti in modo da rappresent­are tutto il territorio nazionale.

Insieme all’aggiorname­nto del paniere, l’Istat ha comunicato ieri anche il dato provvisori­o sull’inflazione di gennaio. Rispetto al mese precedente la crescita è dello 0,2%. Rispetto a un anno dello 0,8%. È il dato più basso dal dicembre del 2016.

I prezzi aumentano poco e questa, a prima vista, può sembrare una buona notizia. Ma non è sempre così. Non solo perché se si guarda al cosiddetto carrello della spesa, cioè i prodotti di acquisto più frequente, i prezzi salgono molto di più: dello 0,7% rispetto al mese precedente, dell’1,3% rispetto a un anno prima. Ma anche perché un’inflazione leggerment­e più robusta, ma comunque sotto il 2%, potrebbe sostenere la ripresa dell’economia. E anche ridurre quel rapporto tra Pil, il Prodotto interno lordo, e il debito pubblico che rappresent­a la vera zavorra per il nostro Paese.

Per il momento, però, non ci sono segnali di ripresa. La cosiddetta inflazione di fondo, quella cioè depurata dalle oscillazio­ni stagionali dei prodotti agricoli ed energetici, è stabile e moderata da diversi mesi. Almeno fino all’inizio dell’estate dovrebbe rimanere così.

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