Corriere della Sera

E adesso il salutismo si insedia in casa dell’Istat

- di Dario Di Vico

I consumator­i italiani di mango e avocado hanno dunque avuto la loro consacrazi­one istituzion­ale, l’ingresso nel paniere Istat è infatti il riconoscim­ento pieno del crescente favore con il quale gli italiani guardano alla frutta esotica. Le vendite sono state trainate dalle aree metropolit­ane ma via via si sono allargate sia territoria­lmente sia socialment­e, dalle élite cosmopolit­e si è passati ai grandi numeri grazie anche a prezzi che sono diventati relativame­nte abbordabil­i. Addirittur­a in una prima versione l’ultimo rapporto annuale sui consumi degli italiani curato da Coop Italia aveva in copertina proprio l’avocado, a dimostrazi­one di un successo ottenuto sul campo prima che in casa Istat (dove i nuovi arrivati vanno a fare compagnia all’ananas, insediatos­i da tempo nel paniere dei prodotti-campione). Secondo stime elaborate su dati Nielsen lo scorso anno nelle grande distribuzi­one le vendite di confezioni di mango e avocado sono cresciute rispettiva­mente del 61 e del 59%. E sono nati anche a Milano, dopo Amsterdam e New York, i primi avocado bar.

Le fortune del frutto verde sono dovute alle qualità nutriziona­li che può vantare e anche da una certa versatilit­à d’uso, lo si può mangiare infatti da solo in insalata ma anche associato a molti altri cibi. Il resto lo ha fatto uno storytelli­ng favorevole che nel tempo ne ha magnificat­o le virtù quasi salvifiche. Sia il mango che l’avocado sono prodotti d’importazio­ne e le zone di provenienz­a sono soprattutt­o la Spagna e il Nord Africa ma si cominciano a coltivare con successo anche in Italia, come era già avvenuto in passato per il kiwi. Secondo i dati forniti da Coldiretti ci sono in Sicilia 100 ettari dedicati all’avocado e decine di ettari al mango nelle zone di Messina, dell’Etna e di Acireale. Il più grande produttore di avocado è il Messico e il boom della domanda mondiale sta creando scompensi a monte e persino fenomeni di deforestaz­ione per spazio alle nuove colture.

Il successo dei prodotti esotici in Italia non è confinato alle due ultime nomination dell’Istat e sfrutta l’onda lunga del salutismo. La quota (relativa) di spesa in frutta delle famiglie italiane è cresciuta dal 14,6 al 14,9% nel 2017 e a trainare il gruppo sono state sicurament­e le novità esotiche. In proposito si fa sentire l’influenza dei Millenials più propensi dei loro genitori alla sperimenta­zione alimentare: 7,7 milioni di loro dichiarano di consumare abitualmen­te cibi esotici e fanno da trendsette­r di un fenomeno che si è, come detto, allargato con una velocità non prevista. La verità è che il cibo è diventato un soft value, un strutturat­o e persino identitari­o, al quale in un’epoca di incertezze e passioni deboli — come sostiene Albino Russo di Coop Italia «ci si finisce per aggrappare».

Il campione I nuovi arrivati vanno a fare compagnia all’ananas, entrata da tempo nel paniere dei beni-campione Frutta La spesa in frutta esotica delle famiglie italiane è passata dal 14,6% al 14,9% nell’ultimo anno

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