Il no di Lorenzin a Raggi: «Illegalità sui vaccini» Ma ora l’Anci la difende
Salvini: a scuola no discriminazioni tra i bambini
La risposta arriva di primo mattino, in attesa di salire sul treno per Modena dove è candidata alle Politiche con il Pd. Nel video girato alla stazione Termini, la ministra della Salute Beatrice Lorenzin replica alla sindaca di Roma Virginia Raggi, che ha scritto al governo per chiedere di garantire la continuità didattica dei bambini non ancora vaccinati: «Non è la sindaca Raggi né un’amministrazione comunale che decide in campo di virus e batteri, ma la legge dello Stato. La bontà del provvedimento è stata riscontrata dal Consiglio di Stato e dalla Corte Costituzionale». Sarà il primo messaggio di una giornata scandita dalle polemiche. Quando la responsabile del dicastero è in viaggio per l’Emilia, la prima cittadina della Capitale lancia un’altra stoccata: «I bambini rischiano di essere cacciati dalla scuola per il caos della Lorenzin. I genitori e i loro figli non possono pagare le lungaggini burocratiche di un decreto scritto male e le inesattezze di circolari confuse». Nel botta e risposta a distanza si inserisce anche l’Anci, tra i destinatari della missiva inviata dalla sindaca grillina. Il presidente Antonio Decaro, pur ribadendo il «rispetto della legge», sembra però allinearsi alla posizione del Campidoglio: «Occorre consentire che l’applicazione della norma, specie in fase iniziale, non contrasti con il diritto dei nostri figli e delle famiglie alla continuità scolastica».
Sindaca e ministra continueranno a rintuzzarsi, con Raggi che prova a tirare in ballo i dem in consiglio comunale: «La mozione è stata approvata all’unanimità». Ma il Pd si smarca, salvo essere accusato di «bipolarismo» dai pentastellati: «Si smentiscono da soli». «Abbiamo ribadito il rispetto della normativa vigente per evitare inutili allarmismi — ribattono le opposizioni in aula Giulio Cesare —. Lo spirito del voto è stato distorto». In serata Raggi cerca di smorzare i toni: «Basta polemiche». Ma Lorenzin non raccoglie: «La mozione del Campidoglio viola la legge». Mentre la comunità scientifica si schiera compatta in difesa dell’obbligatorietà dei vaccini, la bagarre politica non accenna a placarsi. Il leader della Lega, Matteo Salvini, si trova d’accordo con la sindaca grillina: «Non si possono discriminare i bambini. Continuo a preferire l’educazione alla coercizione». Parole in sintonia con quelle dell’alleata Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia: «La mozione del consiglio comunale era di buonsenso, poi non ho capito se c’è stata propaganda o altro. I vaccini sono una conquista di civiltà, ma poi i bambini sono persone e va tutelato il caso specifico».
Il capo politico del M5S, Luigi Di Maio, bolla come «irresponsabili» i genitori che si rifiutano di vaccinare i propri figli. Se non fosse che, alla premessa, contrappone un quesito: «Se lo Stato deve prendersi la responsabilità di sbattere bambini di otto anni fuori dalla scuola». Più esplicita la candidata alla presidenza della Regione Lazio per il M5S, Roberta Lombardi: «La parola obbligo andrebbe sostituita con informazione e libertà di scelta, come succede nella maggior parte dei Paesi europei dove vige il principio di raccomandazione».
Il segretario del Pd, Matteo Renzi, stigmatizza il riaffacciarsi del dibattito a un mese dal voto: «Mettere in discussione il principio dei vaccini in campagna elettorale è un segno di inciviltà». A Firenze, nel frattempo, è polemica sulla pièce «Il decreto», in scena oggi al teatro Puccini, contro la legge 119. La locandina ritrae due bambini chiusi in gabbia con la scritta «cavie» sui quali si allunga una mano dalle grinfie affilate.
Il ministro Non è un Comune a decidere sui virus ma la legge dello Stato
Renzi: mossa incivile
Il leader pd: «Incivile mettere in discussione per finalità elettorali il concetto di profilassi»
La sindaca
I bambini rischiano la cacciata da scuola per il caos di Lorenzin