Corriere della Sera

La gita scolastica nel giorno del voto I liceali: «Noi rinunciamo a partire»

Milano, in quattro scelgono le urne. Il preside: data già fissata, impossibil­e cambiare

- di Federica Cavadini

Lo studente «Ho deciso di restare a casa per andare ai seggi, lo sento come un dovere e un diritto» I 18enni al voto sono protagonis­ti della vita democratic­a Mattarella Andate a votare, la politica è un bene comune e per il futuro Delpini Gli insegnanti Anche per loro un bivio «Da educatore scelgo di non penalizzar­e chi vuole andare»

Il primo voto e l’ultima gita di classe cadono nella stessa data e a Milano gli studenti maggiorenn­i del liceo statale Tenca sono costretti a una scelta. Il viaggio con i compagni, destinazio­ne Spagna. Oppure la prima scheda elettorale da inserire nell’urna. Con buona pace del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel discorso di fine anno si era rivolto «ai diciottenn­i che vanno al voto, protagonis­ti della vita democratic­a». E anche dell’arcivescov­o di Milano Mario Delpini che due settimane fa in una lettera aperta scriveva ai neo maggiorenn­i: «Andate a votare, la politica è un bene comune».

Il liceo però ha organizzat­o il viaggio e non sono programmi che si improvvisa­no, dice adesso il preside, il calendario era stato fissato già dal mese di giugno e la data del 4 marzo per le elezioni politiche è stata decisa a fine dicembre. Ieri i professori delle classi quinte hanno spiegato ai ragazzi che non è stato possibile anticipare né posticipar­e il viaggio e che la decisione quindi sta a loro. La Spagna o il primo voto. In una quinta in quattro hanno preferito le urne. «Ho rinunciato a partire perché voglio votare, lo sento come dovere e diritto. Ci sarei andato molto volentieri in viaggio con i compagni per cinque giorni a visitare le città della Spagna, è l’ultima occasione prima della maturità e tutti noi ci teniamo», racconta uno studente.

«La politica ha fatto le sue scelte e le cose purtroppo si sono sovrappost­e. Abbiamo chiesto agli organizzat­ori di spostare la partenza ma è difficile e a oggi la data è confermata», spiega il preside Mauro Agostino Donato Zeni, alla guida del liceo, istituto statale con 1500 studenti e quattro indirizzi: musicale, delle scienze umane, economico sociale e linguistic­o. E aggiunge: «Nella prima metà di marzo sono sempre centinaia i ragazzi in movimento, fra stage linguistic­i e viaggi d’istruzione. Questo è il periodo, e non soltanto nella nostra scuola».

Il preside racconta di aver appena ricevuto un docente che ha sollevato il problema. Anche i professori-accompagna­tori sono a un bivio. «Da educatore scelgo di non penalizzar­e i ragazzi, che ci tengono a partire», taglia corto Andrea Senaldi, professore di lettere al Tenca. E spiega che i viaggi sono pianificat­i dalle scuole con mesi di anticipo, anche perché si devono prenotare voli low cost per risparmiar­e. «Adesso chiedere all’agenzia di cambiare data costerebbe molto e metteremmo in difficoltà le famiglie. Siamo un istituto statale, inclusivo, nessuno deve rinunciare per ragioni economiche». E una mamma interviene: «Trecentoci­nquanta euro per il viaggio in Spagna. È già tanto».

Un rappresent­ante dei do- centi in Consiglio d’istituto precisa che il calendario di gite e viaggi era stato studiato dai professori, ed era stata considerat­a la scadenza delle elezioni politiche: «Non c’è stata leggerezza. Nel 2013 si era votato il 24 e 25 febbraio e ci aspettavam­o una data vicina. Invece non è stato così. Se adesso tanti diciottenn­i non voteranno è colpa della politica, non certo della scuola».

Al Tenca ieri era in programma l’assemblea d’istituto con tutti gli studenti del liceo. «I ragazzi hanno organizzat­o un incontro sul razzismo, con ospiti esterni, molto partecipat­o. Non una domanda né un intervento però sul caso dei viaggi che si sovrappong­ono alle elezioni», commenta un altro insegnante.

Genitori e studenti a casa si sono confrontat­i. «Mio figlio diciottenn­e il 4 marzo dovrebbe votare per la prima volta. È da alcune settimane che a casa parliamo: del valore civico di andare alle urne, del voto che, prima che essere un dovere e un diritto è un piacere, della democrazia che è partecipaz­ione — racconta il padre di uno dei liceali che ha rinunciato al viaggio —. Poi è arrivata la comunicazi­one della scuola che ha confermato la gita di fine anno dal 3 al 7 marzo. Così hanno impedito a lui e a tanti ragazzi di poter partecipar­e al voto».

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