Corte dei conti contro Sala: su Expo danno da 2,2 milioni
Il sindaco: sulla mia scelta il sì di Anac e Avvocatura dello Stato
La Procura regionale MILANO lombarda presso la Corte dei Conti, guidata da Salvatore Pilato, ha notificato all’ex amministratore delegato e commissario straordinario di Expo 2015 spa, l’attuale sindaco di centrosinistra Giuseppe Sala, un «invito a dedurre», cioè a fornire entro trenta giorni le proprie controdeduzioni alla contestazione, in sede contabile, di aver arrecato allo Stato un danno erariale di «2,2 milioni di euro» (in concorso con l’ex direttore generale di Ilspa-Infrastrutture lombarde, Antonio Rognoni, l’ex manager di Expo Angelo Paris, e le società Metropolitane Milanesi e Ilspa) con l’affidamento diretto nell’ottobre 2013 alla società Mantovani della fornitura di 6.000 alberi ed essenze arboree per la «Piastra» (l’appalto più impegnativo di Expo).
La notizia è emersa ieri a margine dell’inizio dell’udienza preliminare che, sullo stesso tema ma in sede penale, vede Sala destinatario di una richiesta di rinvio a giudizio per l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio: dopo la discussione delle preliminari questioni procedurali, l’udienza è stata rinviata al 22 febbraio dalla gip Giovanna Campanile, che dovrà decidere se rinviare o meno a giudizio Sala con l’accusa di aver procurato un «danno di rilevante gravità» allo Stato, e un corrispondente «ingiusto vantaggio patrimoniale» alla Mantovani, costituito dalla differenza tra l’importo dell’affidamento diretto stipulato da Expo per le essenze arboree (4,3 milioni) e il «di gran lunga inferiore costo» (1,7 milioni) al quale Mantovani fece poi eseguire l’appalto ai subappaltatori dell’Ati ZelariEuroambiente.
Il procedimento contabile ha presupposti giuridici differenti da quelli penali, nella condotta del pubblico amministratore può valorizzare profili anche solo colposi (e non necessariamente dolosi) , e perciò può in teoria concludersi anche in modo difforme dal processo penale (condanna a fronte di assoluzione, o viceversa).
«Questo tema degli alberi lo decideranno i giudici, io ho agito sotto la spinta impellente dei tempi e seguendo le procedure», commenta Sala alla trasmissione Tagadà su La7: «Quello che ho fatto è stato approvato dal Consiglio di amministrazione, dall’Anac, dall’Avvocatura dello Stato, anche dalla Procura della Repubblica, salvo che poi la Procura Generale ha girato le cose. Tornassi indietro rifarei le stesse cose e dico che qualunque buon manager al mio posto, sotto la spinta dei tempi, avrebbe fatto così».
Già l’audit redatto da Expo spa nel 2014 segnalava «criticità riscontrate» nell’assegnazione della fornitura e «eventuali negligenze e omissioni» che «potrebbero aver generato un danno per l’amministrazione pubblica in relazione all’aver proceduto tramite affidamento diretto in luogo di una selezione competitiva»: ad avviso dell’audit ci sarebbe invece stato un «lasso di tempo sufficiente (176 giorni) per sviluppare una procedura competitiva che avrebbe sicuramente ottenuto un migliore risultato economico»; «la verifica di congruità dei prezzi» non sarebbe stata svolta da Expo, e non sarebbero stati «chiari i termini e le modalità con riferimento ai quali ci si è avvalsi» della deroga per l’affidamento diretto.
Nell’udienza preliminare di ieri il difensore Salvatore Scuto ha posto, fra le altre, la questione della possibile nullità del capo d’imputazione di abuso d’ufficio perché formulato dalla Procura Generale senza ripassare da un secondo e nuovo avviso di conclusione e deposito degli atti rispetto al primo, che era invece stato formulato per la differente (e poi archiviata) ipotesi di reato di turbativa d’asta. I pg Vincenzo Calia e Massimo Gaballo hanno replicato che i fatti oggetto dell’imputazione sarebbero però gli stessi, e che il passaggio dall’accusa di turbativa d‘asta a quella di abuso d’ufficio sarebbe stato solo il risultato di una rimeditata rilettura dei medesimi atti già resi noti a Sala. Per l’altra ipotesi di reato di falso, riguardante la retrodatazione della sostituzione di due commissari di gara risultati incompatibili nel 2012, Sala ha già scelto nei mesi scorsi di essere processato in Tribunale a partire dal 20 febbraio.