«Fate sentire la vostra voce In Turchia è scomparsa la libertà»
Gürsel: spero nell’Europa
«Lo stato di diritto non esiste più in Turchia, la giustizia non è più indipendente e non c’è più libertà di espressione. L’Europa deve far sentire la sua voce».
È molto netto lo scrittore turco Nedim Gürsel. Al telefono dalla sua casa di Parigi, dove abita da anni, risponde alle domande del Corriere
della Sera sulla prossima visita in Italia del presidente turco. «Spero che il Papa e l’Italia abbiano il coraggio di alzare la voce per difendere tutte quelle persone che sono ora in prigione — dice —. Macron non l’ha fatto, ha preferito firmare l’accordo su Airbus».
Per i suoi romanzi Gürsel ha avuto problemi con la giustizia turca. Dopo il colpo di Stato del 1980 il suo libro
Un’estate senza fine è stato accusato di diffamare l’esercito turco. Nel 1983 il romanzo La prima donna è stato censurato dai militari. Nel 2008 è stato accusato di blasfemia per il libro Le figlie di
Allah: «Sono sempre stato assolto alla fine ma trovare i miei libri non è sempre stato facile in Turchia». Lei torna spesso nel suo
Paese?
«Sì ci vado ma ogni volta la situazione è sempre più angosciante. Ti rendi conto che potrebbe succedere di tutto, che non sei più in uno Stato di diritto ma nel regno dell’indeterminatezza. Nonostante ciò dico quello che penso. E sempre lo dirò». Secondo lei l’Europa dovrebbe essere più ferma?
«Assolutamente. Mi sembra che non abbiamo coscienza della gravità della situazione. In gioco c’è la libertà di espressione che è il fondamento della nostra democrazia. Angela Merkel è stata molto più dura della Francia. Spero Mattarella e Gentiloni ne seguano l’esempio comportandosi da buoni europei». Cosa pensa dell’intervento turco ad Afrin, in Siria?
«Dopo Cipro è la prima volta che l’esercito turco interviene violando i confini di uno Stato sovrano e lo fa con il pretesto di ripulire la regione dai terroristi curdi e di salvaguardare l’integrità territoriale della Siria. Quanta ipocrisia e quanto cinismo. L’hanno chiamata anche operazione Ramo d’Ulivo. Ma la pace è un’altra cosa». Erdogan, però, è sempre più popolare in patria.
«Sì Erdogan è onnisciente e onnipresente, approfitterà di questa escalation militare per presentarsi come “l’eroe della nazione” alle elezioni presidenziali del 2019. Sia chiaro io penso che il Pkk sia un’organizzazione terroristica ma sono contro l’intervento militare. Non porterà nulla di buono, né alla Turchia, né alla Siria».