La sfida di don Ciotti alle mafie «Parassiti che rubano la speranza»
Roma, la manifestazione di Libera: usano denaro e corruzione al posto delle armi
«Dobbiamo liberare il Paese dalle mafie, dalla corruzione e dalle ingiustizie». Si ferma e guarda commosso la platea dell’Angelicum Don Luigi Ciotti, il fondatore dell’associazione «Libera», quando attorno alle 17,30 scandisce queste parole. L’intervento di circa un’ora apre la quarta edizione di «Contro Mafie» che quest’anno per la prima volta si chiama anche «Contro la Corruzione».
«Una novità», annota, perché esiste una connessione tra i due fenomeni, mafia e corruzione, anche se «è sempre più difficile distinguerli». Non a caso, spiega Don Ciotti, «le mafie, astutamente, continuano a fare quello che hanno sempre fatto usando la forza del denaro invece della forza delle armi». Mentre «la corruzione è una mano che strozza, ma in guanti bianchi».
Don Ciotti cita Don Pino Puglisi, lo stesso che «denunciava il vuoto sociale», e poi esalta le parole di Papa Francesco che «ogni giorno ci ricorda che le mafie e la corruzione ci rubano la speranza, la dignità e la libertà». È vero che in questi lunghi 23 anni sono stati compiuti dei passi in avanti, dall’introduzione di nuovi strumenti legislativi — «abbiamo un nuovo codice antimafia che finalmente include strumenti specifici contro la corruzione» — alla Giornata della memoria e dell’impegno riconosciuta a livello istituzionali, ai tanti progetti nelle scuole.
Tutto questo però potrebbe non essere sufficiente: «Occorre una strategia concordata di tutte le realtà, istituzionali e sociali, coinvolte in questa battaglia che non è solo di legalità, ma soprattutto di civiltà». E ancora: «La seconda cosa che manca sono le politiche sociali: per sconfiggere le mafie occorre costruire una società dei diritti, del lavoro, della giustizia. Occorrono impegno e cura per il bene comune. Le mafie sono parassiti che traggono forza dai vuoti di democrazia».
Un passaggio del lungo intervento che emoziona tutta la platea ed è scandito da lunghi applausi viene riservato alla classe politica. Don Ciotti la mette così: «Oggi ci sono tante belle persone che la fanno, ma il degrado etico della politica è sotto gli occhi di tutti». In platea per la prima volta nella storia di «Contro le Mafie» c’è Ignazio Visco. Il governatore di Bankitalia ascolta e plaude al presidente di «Libera». Quest’ultimo lo ringrazia e gli fa una richiesta: il sostegno di via Nazionale per la realizzazione a Roma di un «Centro multimediale» dedicato in particolare a mostre dedicate ai ragazzi sul tema della lotta alle mafie. In platea c’è una vera e propria ovazione quando Don Ciotti finisce di parlare. «Da domani, non teoria ma fatti», urla.
Si commuove il fondatore di «Libera» e si dirige ad abbracciare la presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi che dal palco aveva lodato «per l’impegno e l’umiltà».
Chiude la prima giornata il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho. Anche lui si rivolge alla politica «che necessita di avere un’etica profonda che agisca come una barriera, per individuare al proprio interno i soggetti contigui o collusi».
La corruzione è una mano che strozza, ma in guanti bianchi Il degrado etico della politica è oggi sotto gli occhi di tutti Visco in platea La richiesta di sostegno a Bankitalia per realizzare un centro multimediale