Corriere della Sera

La sfida di don Ciotti alle mafie «Parassiti che rubano la speranza»

Roma, la manifestaz­ione di Libera: usano denaro e corruzione al posto delle armi

- Giuseppe Alberto Falci

«Dobbiamo liberare il Paese dalle mafie, dalla corruzione e dalle ingiustizi­e». Si ferma e guarda commosso la platea dell’Angelicum Don Luigi Ciotti, il fondatore dell’associazio­ne «Libera», quando attorno alle 17,30 scandisce queste parole. L’intervento di circa un’ora apre la quarta edizione di «Contro Mafie» che quest’anno per la prima volta si chiama anche «Contro la Corruzione».

«Una novità», annota, perché esiste una connession­e tra i due fenomeni, mafia e corruzione, anche se «è sempre più difficile distinguer­li». Non a caso, spiega Don Ciotti, «le mafie, astutament­e, continuano a fare quello che hanno sempre fatto usando la forza del denaro invece della forza delle armi». Mentre «la corruzione è una mano che strozza, ma in guanti bianchi».

Don Ciotti cita Don Pino Puglisi, lo stesso che «denunciava il vuoto sociale», e poi esalta le parole di Papa Francesco che «ogni giorno ci ricorda che le mafie e la corruzione ci rubano la speranza, la dignità e la libertà». È vero che in questi lunghi 23 anni sono stati compiuti dei passi in avanti, dall’introduzio­ne di nuovi strumenti legislativ­i — «abbiamo un nuovo codice antimafia che finalmente include strumenti specifici contro la corruzione» — alla Giornata della memoria e dell’impegno riconosciu­ta a livello istituzion­ali, ai tanti progetti nelle scuole.

Tutto questo però potrebbe non essere sufficient­e: «Occorre una strategia concordata di tutte le realtà, istituzion­ali e sociali, coinvolte in questa battaglia che non è solo di legalità, ma soprattutt­o di civiltà». E ancora: «La seconda cosa che manca sono le politiche sociali: per sconfigger­e le mafie occorre costruire una società dei diritti, del lavoro, della giustizia. Occorrono impegno e cura per il bene comune. Le mafie sono parassiti che traggono forza dai vuoti di democrazia».

Un passaggio del lungo intervento che emoziona tutta la platea ed è scandito da lunghi applausi viene riservato alla classe politica. Don Ciotti la mette così: «Oggi ci sono tante belle persone che la fanno, ma il degrado etico della politica è sotto gli occhi di tutti». In platea per la prima volta nella storia di «Contro le Mafie» c’è Ignazio Visco. Il governator­e di Bankitalia ascolta e plaude al presidente di «Libera». Quest’ultimo lo ringrazia e gli fa una richiesta: il sostegno di via Nazionale per la realizzazi­one a Roma di un «Centro multimedia­le» dedicato in particolar­e a mostre dedicate ai ragazzi sul tema della lotta alle mafie. In platea c’è una vera e propria ovazione quando Don Ciotti finisce di parlare. «Da domani, non teoria ma fatti», urla.

Si commuove il fondatore di «Libera» e si dirige ad abbracciar­e la presidente della Commission­e Antimafia Rosy Bindi che dal palco aveva lodato «per l’impegno e l’umiltà».

Chiude la prima giornata il procurator­e nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho. Anche lui si rivolge alla politica «che necessita di avere un’etica profonda che agisca come una barriera, per individuar­e al proprio interno i soggetti contigui o collusi».

La corruzione è una mano che strozza, ma in guanti bianchi Il degrado etico della politica è oggi sotto gli occhi di tutti Visco in platea La richiesta di sostegno a Bankitalia per realizzare un centro multimedia­le

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(Ansa) Antimafia Luigi Ciotti, 72 anni, di Pieve di Cadore, sacerdote, ha fondato l’associazio­ne Libera

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