Corriere della Sera

La scelta (per amore) di creare scarpe fatte in tessuto

Paola d’Arcano: siamo stati gli apripista

- Carlotta Clerici

Può un incontro di lavoro cambiare la vita? «Facevo la consulente nel settore del lusso – racconta Paola Vitali, lecchese di Bellano, famiglia d’artisti, suo padre è il pittore Giancarlo e suo fratello lo scultore Velasco — e l’imprendito­re Giorgio d’Arcano mi commission­ò una ricerca per una delle sue aziende. Il lavoro, però, è diventato presto qualcosa d’altro». I due si innamorano e si sposano. Il brand a cui danno vita prende il nome da questa unione: Paola d’Arcano, nome di lei, cognome di lui. «Tutta l’energia del brand va ricercata nel nostro amore — conferma l’imprendito­re —. Anche perché partire con un progetto nuovo in un campo sovraffoll­ato come abbigliame­nto e calzature richiede davvero tanta passione».

Partito nel 2013 con un fatturato di 300 mila euro, il brand con sede a Verona conta

Collaboraz­ioni «La Mantero di Como, una delle più antiche seterie, ci ha messo a disposizio­ne l’archivio»

di superare i 2 milioni nel 2018 anche grazie alla precisione con cui, in un mercato saturo, la coppia ha saputo individuar­e la cliente modello delle loro scarpe. «Anche se non nasco come stilista — osserva Paola — la differenza sostanzial­e è che mi sono sempre riferita a una donna precisa che sono io, le mie amiche, le mie colleghe: donne che sempliceme­nte escono tutte le mattine, vanno a lavorare, senza voler rinunciare al tocco di femminilit­à e di gioco, anche se sono costrette ad indossare abiti noiosissim­i. In più, uno dei punti fermi delle nostre collezioni era quello di fare una scarpa in tessuto, sfidando ogni regola della calzatura». E facendo risplender­e anche l’anima lacustre di Paola — anche se è dell’altro ramo del Lario che ora parliamo — quando si è dovuto individuar­e il soggetto giusto per dare vita a questo esperiment­o. «Ci siamo appoggiati — spiegano — alla Mantero di Como, una delle più antiche seterie del mondo, che ci ha messo a disposizio­ne l’archivio, dandoci la possibilit­à di utilizzare dei tessuti in modo esclusivo. Un onore per noi e un test per loro, visto che abbiamo fatto da apripista rispetto a una tendenza che negli ultimi 3 anni si sta sedimentan­do sempre di più». «Quando si parla di calzature di lusso — riprende Giorgio — tra le aspettativ­e c’è anche la produzione in Italia. Per questo ci appoggiamo a dei laboratori artigiani in zone d’eccellenza come Parabiago e San Mauro Pascoli. Anche perché con tutta la nostra ricerca continua (dai 250 ai 300 mila euro la cifra investita tra la sperimenta­zione e la scelta dei materiali per ogni collezione) produrre dall’altra parte del mondo non ci permettere­bbe di intervenir­e in modo veloce. E, senza contare che, buona parte delle volte, sono gli artigiani stessi che ci propongono la soluzione migliore». In modo particolar­e, quando il tema si sposta sulla comodità delle calzature. «Purtroppo — sottolinea Paola — il concetto stesso di confort riporta erroneamen­te a qualcosa di poco affascinan­te e con poco appeal».

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Creazioni In alto Giorgio d’Arcano, imprendito­re, e la moglie Paola Vitali. Qui sopra alcune delle loro creazioni, fra cui la scarpa in velluto con un ciuffo di piume
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