Sorpresa: il lusso democratico sfila nella residenza nobiliare
Twinset Milano porta a palazzo Visconti le sue clienti. Nuove strategie di conquista dell’estero
Un palazzo fra i più belli di Milano, palazzo Visconti, per raccontare una nuova storia a chi da sempre ha creduto anche nell’altra. E se è doveroso (e facile) accontentare le clienti che spendono fortune organizzando per loro show da favola, è più lodevole chi si impegna a realizzare una sfilata di abiti che la maggior parte delle donne può permettersi. E pure con gli ingredienti giusti: un pizzico di creatività, uno di made in Italy e un altro di qualità.
È così che Twinset Milano, lontano da qualsiasi data modaiola, ha presentato la sua collezione a un ristretto numero di persone molte «vere», clienti finali che di solito, nel pret à porter, vede le sfilate solo in video o sui giornali. «È stata una bellissima esperienza — ha raccontato l’ad Alessandro Varisco, fautore della nuova strategia di questa solida azienda di Carpi (400 dipendenti,250 milioni di fatturato) e che ora fa parte del gruppo Carlyle — mossa da un’idea precisa che è quella di ringraziare i nostri follower, le donne che da sempre ci seguono. Crediamo in questo essere vicini al consumatore e con grande umiltà. Abbiamo avuto bellissime risposte, per la collezione ma anche per il luogo, inaspettato». Stilisticamente un passo avanti, con una visione più ampia anche in vista dei progetti sui mercati stranieri: un guardaroba completo e cosmopolita. Fatto di pezzi facili e mixabili, un po’ Swinging London, maschile e femminile, sporty e gipsy. Fiori e check, chiffon e lane, nylon e damascati. Accessori imprescindibili dai look a cominciare dai tronchetti texani.
«In soli due anni siamo passati dal 70 per cento di vendite in Italia e il 30 all’estero al 50 e 50 — racconta l’ad —. E anche il cambio del nome (da Twinset by Simona Barbieri a Twinset Milano) è stato un segnale forte per rimarcare il made in Italy. Poi una comunicazione più alta con i blogger e i testimonial. Una revisione delle boutique. Le nuove aperture e le prossime che sono tante: stiamo trattando con un grosso partner in Cina. E tutto questo difendendo la politica dei prezzi accessibili perché c’è sempre più attenzione alla capacità di spesa».
Varisco parla di lusso democratico che è la sfida del futuro, che si può vincere difendendo i patrimoni delle aziende: «Penso al nostro maglificio, per esempio, che garantisce il made in Italy».