Pensioni, escluso l’innalzamento dell’età a 67 anni per 15 categorie
Adesso è ufficiale. Le 15 categorie di lavori gravosi individuate nei mesi scorsi da governo e sindacati, dalle maestre d’asilo ai muratori, saranno esentate dall’aumento dell’età pensionabile che scatterà il primo gennaio del 2019. Solo per loro l’uscita dal lavoro resterà possibile a 66 anni e sette mesi, come adesso. E non salirà a 67 anni, come sarà per tutti gli altri. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha firmato il decreto che formalizza la decisione, presa da tempo. A darne notizia è stato, con un tweet, il presidente del consiglio Paolo Gentiloni aggiungendo che il «sistema pensionistico non va scardinato» ma «vanno protette le fasce più esposte della società». L’aumento dell’età pensionabile è l’effetto dell’allungamento della speranza di vita dopo i 65 anni, cioè gli anni che in media restano da vivere una volta superata quella soglia. In futuro, con ogni probabilità, l’asticella continuerà a spostarsi verso l’alto. Ma per le 15 categorie di lavori gravosi lo sconto di cinque mesi sarà stabile. In che senso? Anche se nei prossimi anni l’età della pensione dovesse salire ancora più in alto rispetto ai 70 anni fissati per il 2019, loro potranno lasciare il lavoro sempre cinque mesi prima rispetto agli altri. A patto che le regole sulle pensioni non vengano cambiate di nuovo. Ma qui, almeno per il momento, si entra nel campo minato delle promesse elettorali.