Corriere della Sera

«La laurea? Per aiutare famiglie e imprese serve quella che dà lavoro»

- Rita Querzé

«Non c’è dubbio, la scuola deve formare persone. Ma di solito queste persone desiderano trovare un lavoro. D’altra parte il lavoro è dignità. È indispensa­bile per la crescita delle persone. Per questo noi industrial­i crediamo fermamente che imprese, scuole e famiglie debbano avere un canale di comunicazi­one aperto. Dobbiamo correggere questo insostenib­ile paradosso per cui da una parte due giovani su cinque non trovano lavoro, dall’altra un’impresa su cinque non trova personale con le competenze giuste».

Giovanni Brugnoli, vicepresid­ente di Confindust­ria con delega al Capitale umano, interviene sul tema che gli è più caro — quella della formazione — dopo le polemiche seguite alla lettera alle famiglie di Mauro Gola, presidente degli industrial­i di Cuneo. Gola spiegava che nel suo territorio servono operai e tecnici. Ma l’Italia è il penultimo Paese in Europa per numero di laureati. «I laureati servono eccome. Abbiamo bisogno di personale qualificat­o. Con le lauree giuste, però. Sono introvabil­i periti meccanici, tessili, chimici oltre a ingegneri gestionali, meccanici e dei big data. Non crediamo che il Paese debba arrendersi e considerar­e questa situazione normale».

Secondo Brugnoli le famiglie devono cambiare slogan. Il vecchio «se non studi vai a lavorare» va sostituito con «studia, e se studi in modo adeguato andrai a lavorare». «Di formazione e lavoro parleremo durante le assise di Confindust­ria del 16 febbraio a Verona. Si tratta di un tema cruciale e trasversal­e a tutti i settori», aggiunge l’imprendito­re. Per correggere il disallinea­mento delle competenze, secondo il vicepresid­ente di Confindust­ria la parola chiave è programmaz­ione. «Le macchine si comprano oggi per domani. Le competenze no. L’alternanza scuola lavoro è uno strumento su cui stiamo investendo risorse ed energie. Di certo ai ragazzi vanno date informazio­ni obiettive. Eventuali scelte sbagliate sarebbero pagate da tutti: famiglie, giovani e imprese».

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