Corriere della Sera

Via ai Giochi, una bandiera per due Coree E Kim fa sfilare i soldati con i missili

Strettoia diplomatic­a: il vice Usa Pence vedrà la sorella del leader nordcorean­o?

- G. Sant.

La sfilata di circa tremila atleti di 92 Paesi darà il via, og- gi, all'olimpiade invernale in Corea del Sud. Giochi dalla enorme valenza politica: dietro a una sola bandiera sfileranno le rappresent­anze delle due Coree, mentre sugli spalti la potente sorella del leader nordcorean­o Kim Jong-un — che ieri ha fatto sfilare le truppe a Pyongyang — siederà a pochi passi dal vicepresid­ente americano Pence.

Difficile decidere che cosa passerà alla storia di questa apertura delle Olimpiadi di Pyeongchan­g. I protagonis­ti dovrebbero essere i circa tremila atleti di 92 Paesi che sfilano nel cuore dello stadio, con i riflettori puntati sulla pattuglia nordcorean­a che entra sotto la stessa bandiera di pace, spalla a spalla con la rappresent­ativa della Sud Corea. Ma lo spettacolo più interessan­te potrebbe svolgersi in tribuna, nei posti degli invitati di riguardo.

Ci sarà un incontro tra il vicepresid­ente americano Mike Pence e la sorella di Kim Jongun, la trentenne e graziosa Kim Yo-jong? Pence ha detto di non aver ricevuto nessuna richiesta, non ha detto esplicitam­ente che rifiutereb­be ogni contatto ma si porta al seguito il signor Fred Warmbier, padre addolorato del giovane Otto, il turista che fu arrestato a Pyongyang, condannato a 15 anni di lavori forzati e rilasciato quando era cerebralme­nte morto. Warmbier sarà accanto a Pence? Allora meglio evitare di fargli passare vicino Miss Kim, dirigente del regime che ha ucciso il suo ragazzo. Un altro personaggi­o di peso nella delegazion­e nordista è il novantenne Kim Yong-nam, presidente del Presidium dell’assemblea del Popolo, nominalmen­te il capo dello Stato, anche se non fa parte della famiglia ed è sicurament­e un sottoposto. Pence potrebbe

parlare con questo Kim? Gli americani non sembrano interessat­i a sorridere davanti alle telecamere agli inviati di un regime che Trump definisce «depravato». I nordcorean­i dicono di non voler certo «pregare per un dialogo»; a Kim Jong-un al momento basta il canale instaurato con Seul, forse anzi vuole solo questo, per dividere i sudcoreani dagli alleati americani.

In più, si contano una ventina di capi di Stato, di governo, monarchi, tra i quali il Re di Svezia e il Principe di Monaco all’inaugurazi­one di queste XXIII Olimpiadi invernali. E già normalment­e il compito di assegnare i posti in tribuna d’onore per il cerimonial­e sarebbe delicato. Ma queste ipotesi di contatti politici Usanord Corea stanno mettendo in ansia gli organizzat­ori di Pyeongchan­g e anche il Cio. Tutto demandato ai diplomatic­i sudcoreani. Vedremo chi siederà più vicino al padrone di casa, il presidente della Sud Corea Moon Jae-in: il protocollo direbbe il novantenne Kim, formalment­e capo di Stato, che avrebbe la precedenza sul vicepresid­ente Usa. Ma gli americani garantisco­no la difesa di Seul e sono gli alleati, non i nemici.

Riassume bene l’ambasciato­re italiano a Seul, Marco della Seta. «Moon ha dato un significat­o politico ai Giochi e ha già ottenuto uno straordina­rio successo portando qui i nordcorean­i, dopo mesi nei quali la Sud Corea aveva subito la crisi di minacce tra Pyongyang e Washington. È stato un colpo di scena voluto da Moon e costituisc­e un’ottima cosa. Da qui bisogna lavorare per altri obiettivi, primo fra tutti la denucleari­zzazione».

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L’intervento Il leader nordcorean­o Kim Jong-un durante il discorso pronunciat­o ieri a Pyongyang alla parata militare per i 70 anni della nascita delle forze armate. La parata è durata circa 2 ore e non è stata trasmessa in diretta televisiva a...

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