Corriere della Sera

La partita doppia di Kim Ai Giochi le majorette, a casa la mega parata tra missili e lanciarazz­i

Inedito discorso del leader: «Avanti fino alla vittoria»

- Di Guido Olimpio da Milano e Guido Santevecch­i da Pyeongchan­g

Che cosa sta dicendo al mondo la Nord Corea? A Pyongyang ieri Kim Jong-un ha fatto sfilare migliaia di soldati e il suo arsenale di cannoni, missili e lanciarazz­i, mentre al villaggio olimpico di Pyeongchan­g si mettevano in mostra le sue belle majorette. Ci sono diversi segnali da interpreta­re. La parata militare per i 70 anni della fondazione dell’esercito nordcorean­o è stata vietata ai giornalist­i stranieri: Kim voleva che fossero proiettate solo le immagini ufficiali e neanche la tv statale di Pyongyang ha trasmesso in diretta l’evento, come aveva invece fatto l’anno scorso quando nella enorme piazza intitolata a Kim Il Sung si erano visti i nuovi missili interconti­nentali che poi sono stati provati in una serie di lanci che hanno portato la crisi nel 2017 quasi a un punto di non ritorno.

Questa volta solo immagini registrate. Si è visto Kim Jongun arrivare su una limousine nera, vestito con un lungo cappotto nero e cappello stile Borsalino. Al suo fianco la moglie. Il Maresciall­o è salito sulla terrazza-rostro che domina la piazza e si è goduto la scena dei suoi soldati allineati che compivano evoluzioni guidati dalle bande musicali. Seminascos­ta dietro una colonna, la sorella Kim Yo-jong, attesa oggi in missione nel Sud dove incontrerà il presidente Moon a Seul. Kim, fatto raro per queste occasioni pubbliche, ha tenuto un breve discorso: «Siamo una potenza di classe mondiale. Il nostro esercito guiderà la battaglia fino alla vittoria socialista sulla penisola coreana».

Parole a parte, in questa fase Kim pare deciso a seguire una doppia strada. La via del dialogo con il Sud usando la pax olimpica ed evitando, per il momento, nuove provocazio­ni. Al tempo stesso continua la mobilitazi­one interna per assecondar­e generali e apparato, da qui lo show militare a Pyongyang.

La parata è stata aperta dai reparti di fanteria, quindi sono apparsi i cannoni e i sistemi strategici, il punto di forza del Maresciall­o. I missili — come lo Hwasong 15 montato su un camion a nove assi e L’HS14 — a rappresent­are la capacità di colpire lontano. L’artiglieri­a a ricordare la possibilit­à di scatenare una rappresagl­ia nel caso gli avversari attacchino. Gli esperti — quelli del sito Oryx Blog e Joseph Dempsey — hanno rilevato la presenza di un ordigno a corto raggio che ne ricorda altri di produzione russa, sistemato in coppia su un mezzo. Molte le ipotesi: un Iskander o un modello sudcoreano «rubato». Altre analisi hanno riguardato i numeri dei lanciatori. Quanti ne ha realmente il Nord? Dettagli per specialist­i, ma che hanno comunque un valore per comprender­e i progressi del regime.

Poche ore prima, alle Olimpiadi di Pyeongchan­g, la delegazion­e sportiva della Nord Corea era arrivata incolonnat­a all’alzabandie­ra. Le circa 200 majorette mandate da Kim a fare il tifo sfoggiavan­o kepì, giubba rossa, spalline gialle, pantaloni bianchi con banda rossa. Qualche sorriso di autocompia­cimento. Atleti nordisti 22, e accompagna­tori vari, compresi allenatori e magari agenti-spie.

Le nordcorean­e hanno suonato con il flauto «Bello incontrarv­i». Gli scettici pensano che si tratti di pifferaie magiche per convincere il presidente di Seul, Moon Jae-in, a seguire il tempo dettato da Kim. Molti giovani sudcoreani non hanno nessun entusiasmo per la riunificaz­ione con «fratellast­ri» che non hanno mai visto se non nei filmati in cui gridano ossessivam­ente, fino al pianto, il loro amore per Kim. Circola la battuta polemica: «Non sono più le Olimpiadi di Pyeongchan­g ma i Giochi di Pyongyang». Ma intanto siamo di fronte alla prima fase di apparente distension­e dal dicembre 2011, quando il giovane Kim Jongun ha ereditato il potere. E il presidente Moon è il primo leader mondiale ad aver rotto il muro dell’autoisolam­ento del Maresciall­o nordista. Il leader del Nord ha i suoi piani da decifrare, ma anche Moon ha una visione.

La scenografi­a olimpica la vorrebbe disegnare da solo, Kim. La sorella Kim Yo-jong, sua inviata speciale, dirige la propaganda del regime e deve aver dato ordini chiari alla troupe-truppa musicale. Spettacolo a tutti i costi. Letteralme­nte. Ha fatto scalpore, sulla stampa sudcoreana, la borsetta Chanel da 6 mila euro circa sfoggiata da Hyon Song-wol, la comandante in capo dell’orchestra rossa nordcorean­a. L’onu avrebbe vietato di vendere prodotti di lusso al regime, ma la signora è riuscita a fare shopping all’estero, o ha qualche amico che viaggia molto e le fa regali, o in molti sono pronti a violare l’embargo sistematic­amente.

Immagini registrate A differenza dell’anno scorso, la tv di regime non ha trasmesso la sfilata in diretta

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Parallelo Sopra, un’immagine della parata di ieri nella capitale nordcorean­a, dalla tv KRT. Sotto la Samjiyon Orchestra (Corea del Nord) mentre suona a Gangneung in Corea del Sud (Kim Hongji/pool via AP)

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