Renzi: i 5 Stelle vogliono il fango Risponderemo «colpo su colpo»
E Salvini sfida Forza Italia: sento che li supereremo, mi basta lo 0,1% in più
ROMA Matteo Renzi non ha dubbi: «La sfida per il primo posto è a due, tra noi e i 5 stelle». Il segretario del Pd è convinto che quella partita non riguardi né Berlusconi, né Salvini e infatti si rivolge principalmente ai grillini: «Loro vogliono una campagna elettorale giocata nel fango. Noi no. Ma non si deve scambiare la nostra responsabilità con paura. Se vogliono il fango risponderemo colpo su colpo». Il numero uno del Pd spera di poter vincere la sfida nonostante i sondaggi «perché ci sono ancora moltissimi indecisi». «O il M5S va al governo o è il caos, perchè Renzi e Berlusconi non riusciranno neanche a fare l’inciucio», attacca il leader dei grillini Luigi Di Maio.
Ospite di “Cartabianca” Renzi torna a escludere l’eventualità di un inciucio postelettorale: «Berlusconi ha detto che è per tornare a votare in caso di impasse e io sono d’accordo con lui. Se non ci sono le condizioni è meglio andare alle urne, ma sarà il presidente della Repubblica a fare le sue valutazioni». Rispondendo implicitamente a Pier Luigi Bersani che lo accusa di voler staccare Berlusconi da Salvini per fare un governo con Forza Italia, il segretario del Pd spiega: «Io non voglio fare un accordo on gli estremisti. E il centrodestra è estremista. Berlusconi fa il moderato, ma i moderati devono sapere che se lo votano passa Salvini, anche perché ha preteso molti posti in lista».
E il leader della Lega sembra in un certo qual modo dare ragione a Renzi. Infatti ieri a Genova Salvini si è espresso così: «Vinciamo noi. La Lega prende un voto in più degli altri nel centrodestra e finalmente riuscirò a passare dalle parole ai fatti. Mi sento pronto, non vedo l’ora di prendere per mano 60 milioni di italiani».
Tra Renzi e «Liberi Uguali», che lui definisce sempre e solo come «il partito di D’alema» provocando l’irritazione di Grasso, i rapporti restano tesi. Il segretario del Pd insiste (lo ha fatto anche ieri) nel sostenere che quello per Leu è un voto sprecato perché nei collegi non sarà eletto nemmeno un loro rappresentante, e «in questo modo, di fatto così si consente a Salvini di avvicinarsi a palazzo Chigi».
Ma il leader del Pd, comunque, non vuole sbattere definitivamente la porta in faccia alla «sinistra radicale». Perciò, aggiunge: «Siamo disponibili a parlare con loro anche prima delle elezioni». Del resto, pure in una parte d «liberi e Uguali» si sta facendo strada l’idea che dopo il 4 marzo non ci si possa isolare ma che occorra riprendere un qualche tipo di rapporto con il mondo del centrosinistra e, quindi, con il Pd.
Se i rapporti a sinistra non sono facili, anche nella coalizione di centrodestra continuano le schermaglie tra Forza Italia e Lega. Ieri, intervenendo a Coffee Break su La7, il leader di Fratelli d’italia Giorgia Meloni ha affermato: «Salvini e Berlusconi trovano tutti i giorni un pretesto per litigare, so’ ragazzi, io non partecipo a questo scontro, non mi interessa. Penso bisogni fare proposte serie altrimenti è la campagna elettorale di “Cetto la qualunque”».