Corriere della Sera

Renzi: i 5 Stelle vogliono il fango Rispondere­mo «colpo su colpo»

E Salvini sfida Forza Italia: sento che li supereremo, mi basta lo 0,1% in più

- Giuseppe Maria Falci

ROMA Matteo Renzi non ha dubbi: «La sfida per il primo posto è a due, tra noi e i 5 stelle». Il segretario del Pd è convinto che quella partita non riguardi né Berlusconi, né Salvini e infatti si rivolge principalm­ente ai grillini: «Loro vogliono una campagna elettorale giocata nel fango. Noi no. Ma non si deve scambiare la nostra responsabi­lità con paura. Se vogliono il fango rispondere­mo colpo su colpo». Il numero uno del Pd spera di poter vincere la sfida nonostante i sondaggi «perché ci sono ancora moltissimi indecisi». «O il M5S va al governo o è il caos, perchè Renzi e Berlusconi non riuscirann­o neanche a fare l’inciucio», attacca il leader dei grillini Luigi Di Maio.

Ospite di “Cartabianc­a” Renzi torna a escludere l’eventualit­à di un inciucio posteletto­rale: «Berlusconi ha detto che è per tornare a votare in caso di impasse e io sono d’accordo con lui. Se non ci sono le condizioni è meglio andare alle urne, ma sarà il presidente della Repubblica a fare le sue valutazion­i». Rispondend­o implicitam­ente a Pier Luigi Bersani che lo accusa di voler staccare Berlusconi da Salvini per fare un governo con Forza Italia, il segretario del Pd spiega: «Io non voglio fare un accordo on gli estremisti. E il centrodest­ra è estremista. Berlusconi fa il moderato, ma i moderati devono sapere che se lo votano passa Salvini, anche perché ha preteso molti posti in lista».

E il leader della Lega sembra in un certo qual modo dare ragione a Renzi. Infatti ieri a Genova Salvini si è espresso così: «Vinciamo noi. La Lega prende un voto in più degli altri nel centrodest­ra e finalmente riuscirò a passare dalle parole ai fatti. Mi sento pronto, non vedo l’ora di prendere per mano 60 milioni di italiani».

Tra Renzi e «Liberi Uguali», che lui definisce sempre e solo come «il partito di D’alema» provocando l’irritazion­e di Grasso, i rapporti restano tesi. Il segretario del Pd insiste (lo ha fatto anche ieri) nel sostenere che quello per Leu è un voto sprecato perché nei collegi non sarà eletto nemmeno un loro rappresent­ante, e «in questo modo, di fatto così si consente a Salvini di avvicinars­i a palazzo Chigi».

Ma il leader del Pd, comunque, non vuole sbattere definitiva­mente la porta in faccia alla «sinistra radicale». Perciò, aggiunge: «Siamo disponibil­i a parlare con loro anche prima delle elezioni». Del resto, pure in una parte d «liberi e Uguali» si sta facendo strada l’idea che dopo il 4 marzo non ci si possa isolare ma che occorra riprendere un qualche tipo di rapporto con il mondo del centrosini­stra e, quindi, con il Pd.

Se i rapporti a sinistra non sono facili, anche nella coalizione di centrodest­ra continuano le schermagli­e tra Forza Italia e Lega. Ieri, intervenen­do a Coffee Break su La7, il leader di Fratelli d’italia Giorgia Meloni ha affermato: «Salvini e Berlusconi trovano tutti i giorni un pretesto per litigare, so’ ragazzi, io non partecipo a questo scontro, non mi interessa. Penso bisogni fare proposte serie altrimenti è la campagna elettorale di “Cetto la qualunque”».

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