«Io non mi pento delle mie parole Gli italiani si prendano le loro responsabilità»
Sul camper di Di Battista: così sto in famiglia
Il camper è angusto e dopo una settimana di tour ha già attraversato mezza Italia e ogni tipo di clima, neve compresa. Eppure Alessandro Di Battista e la sua compagna Sahra dicono di «non sentire la stanchezza». Il piccolo Andrea, di quattro mesi, viaggia con loro. Hanno uno spazio riservato nella parte posteriore e — spiega il deputato — «dorme negli hotel e durante i comizi in piazza lui rimane in camper con il riscaldamento acceso. Sta benissimo». Tour con famiglia al seguito (e con uno staff ridottissimo) prima di salutare il Parlamento. Con gli inconvenienti del caso: «Solo oggi ad Aosta ci siamo concessi una pausa di un’ora», spiegano. Tra panni stesi nelle stanze d’albergo e pause ristoro improvvisate. «Non mi andava di stare lontano un mese da mio figlio e il camper era l’unica soluzione», argomenta Di Battista, finito nell’occhio del ciclone per aver additato gli italiani come «rincoglioniti» nei giorni scorsi.
Come mai ha usato una affermazione così dura?
«Ci sono in Italia tante persone che si lamentano ma non hanno ancora la forza di cambiare. Credo che sia troppo comodo prendersela esclusivamente con i politici. Il nostro è un Parse che è stato poco a poco anestetizzato dalla vecchia politica e dai media».
Non si è pentito di quello che ha detto?
«Io non mi pento mai delle mie idee, soprattutto quando ho il tempo di spiegarle meglio. E non mi scuso. Credo che gli italiani si debbano assumere le loro responsabilità. E io non parlavo di dare il voto al Movimento: non mi permetterei mai. Ognuno voterà chi vuole, ma la partecipazione alla vita politica è fondamentale comunque la si pensi».
A qualcuno ha ricordato Berlusconi quando insultò chi vota a sinistra.
«Ho detto una cosa diversa. Comunque questo è un Paese che si scandalizza di più per una frase detta di fronte a 500 operai a rischio disoccupazione piuttosto che alla presenza politica di un uomo come Berlusconi».
Oggi lei sarà ad Arcore, andrà sotto casa dell’ex premier?
«Non ho intenzione di fare nulla che sia scorretto. Ho in mente di ricordare a poche centinaia di metri da villa Berlusconi i contenuti della sentenza Dell’utri».
Lei è l’unico dei 5 Stelle ad andare in piazza. Come mai?
«Ognuno ha il suo carattere, io mi trovo bene nelle piazze. In questi 5 anni mi sono sempre caricato nelle piazze. Servono non solo per spiegare le idee ma capire le esigenze dei cittadini».
Non temete che siano vuote?
«Ieri ad Aosta c’erano tantissime persone in una piazza gigantesca, io non ho paura dei numeri, anche se non sono Grillo».
Quanto pesa la mancanza di Grillo in campagna elettorale?
«È normale che una forza politica debba andare avanti con le proprie gambe, me lo disse anche Beppe nel 2013 appena entrati in Parlamento».
Ma non sarebbe stato più opportuno averlo con voi in questa fase?
«Ci saranno diverse sorprese da parte sua, a parte l’appuntamento già noto di Torre del Greco».
Si è discusso delle Parlamentarie: avete fatto diversi errori.
«Siamo l’unica forza politica che ha fatto una selezione interna. Il Pd non ha fatto le primarie che sbandiera da dieci anni».
La base si è lamentata per legami di alcuni esponenti coi vecchi partiti.
«Se ambisci a diventare forza di governo e prendere tanti voti è naturale. A me non scandalizza che si siano avvicinate persone un tempo vicine ad altre forze. Anzi, spero se ne avvicinino di più. Devo ringraziare Di Maio per il lavoro che ha fatto».
In che senso?
«Se in una prima fase siamo cresciuti per demeriti altrui negli ultimi tre anni è stato per meriti nostri, è molto di questo merito è di Luigi».
Il «Financial Times» scrive che siete «En Marche» ma senza Macron.
«All’estero ci sono dei pregiudizi su di noi, ma quando ci conoscono cambiano idea».
Voi parlate di convergenze post-voto. Intendete che siete pronti a un governo di scopo?
«Certi termini io li lascio agli opinionisti della politica. Qualora dovessimo avere incarico di governo manderemmo messaggio chiaro per convergere su alcuni temi per il bene del Paese».
Io unico M5S in piazza? Ho il mio carattere. Non temo i numeri, anche se non sono Grillo