Corriere della Sera

I ragazzini tirano sassi dal cavalcavia «Ci annoiavamo, è stato divertente»

Torino, colpita la vettura di una 30enne. Segnalati ai magistrati: hanno 11 e 12 anni

- Floriana Rullo

IVREA «Ci annoiavamo, così siamo andati sul cavalcavia a lanciare sassi contro le auto che passavano. Ci siamo divertiti un sacco».

Lo raccontano ridendo ai carabinier­i Marco e Giulio (nome di fantasia), i due ragazzini di appena 11 e 12 anni residenti a San Benigno e Volpiano, nel Torinese. Nemmeno hanno capito di essere accusati di avere lanciato quelle pietre dal sovrappass­o dell’autostrada Torino-milano. Sassi grandi come una mano che, l’altro pomeriggio, potevano ferire gravemente chi in quel momento passava sotto il ponte dell’a5, prima dello svincolo di Volpiano, verso Ivrea.

Poco più che bambini, non si sono resi conto che quel passatempo poteva essere fatale per Carlotta Corino, trent’anni, di Segrate, colpita mentre era al volante della sua Giulietta. «Stavo andando a Torino per lavoro quando ho visto i ragazzi sul cavalcavia. Hanno atteso che passassi e poi hanno scagliato le pietre», ha raccontato. Un’idea, quella dei due ragazzini, nata come gioco. Per passare un pomeriggio alternativ­o. Così, dopo aver individuat­o il luogo giusto ed essersi coperti la testa con i cappucci delle felpe per non essere riconosciu­ti, i due hanno iniziato la gara di tiro al bersaglio. Una sassaiola che ha colpito l’auto della donna soltanto di striscio, sul paraurti posteriore. La trentenne non si è fatta male. Si è subito fermata e ha lanciato l’allarme ai carabinier­i descrivend­o i due teppisti.

La giovane, e così anche una seconda persona che ha avvertito le forze dell’ordine, ha però raccontato di aver visto ben tre ragazzini lanciare pietre. Ma almeno per ora i carabinier­i ne hanno individuat­i solo due. Le indagini però sono all’inizio, si cerca di capire se con i due, poco più che bambini, ci fosse qualcun altro, un coetaneo o un adulto. Quello che è certo è che su quel ponte, che collega la frazione San Rocco al paese, i ragazzini ci erano arrivati in bicicletta, attraversa­ndo la campagna della periferia di San Benigno. «Come tutti i loro coetanei nelle giornate di sole — racconta Emanuele De Zuanne, sindaco di Volpiano, dove uno dei due protagonis­ti vive —. Spero che ora capiscano la gravità di quello che hanno fatto».

Due rampolli vivaci, frequentan­o le scuole medie. I genitori di uno di loro a Volpiano gestiscono un’attività commercial­e. «Due ragazzini insospetta­bili», è questo il ritornello che rimbalza tra le case. Tutti stupiti. A individuar­li ci hanno però pensato i carabinier­i: «Ma tanto — hanno detto subito quei due alle divise — non potete farci nulla, vero?». E giù a ridere. Per loro, anche se non sono denunciabi­li data la giovane età, è scattata una segnalazio­ne al Tribunale dei minori di Torino da parte della Procura d’ivrea. La vicenda

● Due ragazzini di 11 e 12 anni, studenti delle scuole medie e residenti a San Benigno e Volpiano, nel Torinese, sono stati individuat­i dai carabinier­i come responsabi­li del lancio di sassi da un cavalcavia nei pressi di Ivrea

● Una trentenne di Segrate è stata colpita dalle pietre mentre era al volante della sua Giulietta. Anche una seconda persona ha avvertito le forze dell’ordine. «Ci annoiavamo, e così ci siamo divertiti a tirare i sassi» hanno detto i due Giustizia rapida per gli stupri di Rimini. Dopo il capo Guerlin Butungu, anche i tre minorenni del «gruppo selvaggio» sono stati condannati a pene elevate. Sedici gli anni inflitti al ventenne congolese, a novembre, dal tribunale romagnolo. Nove anni e otto mesi è la sentenza del Tribunale per i minorenni di Bologna ai due fratelli marocchini di 15 e 17 anni e al nigeriano 16enne. Annunciato l’appello.

© RIPRODUZIO­NE RISERVATA Sarebbe stata piazzata sotto il giunto usurato della rotaia «incriminat­a» alcuni mesi prima dell’incidente ferroviari­o a Pioltello (Milano), la tavoletta di legno (una sorta di tampone) rinvenuta nel «punto zero» dove il 25 gennaio deragliò il treno regionale provocando la morte di tre persone e quasi cinquanta feriti. Il dettaglio emerge da documenti al vaglio della polizia e della Procura di Monza.

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La tela Il direttore degli Uffizi Eike Schmidt scopre il quadro del pittore Johann Paul Schor (Ansa)

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