Corriere della Sera

POLITICA E SERVIZI PUBBLICI PER LE CITTÀ DEL FUTURO

Anagrafe e economia Nei grandi centri risiede un terzo della popolazion­e. Ed è tra le metropoli e nelle metropoli che si giocano la sfida tra i Paesi e la partita dello sviluppo

- Di Giovanni Valotti di Alessandra Muglia

I l nostro è il Paese dei piccoli Comuni. Il 70 per cento di questi ha una popolazion­e pari o inferiore ai 5 mila abitanti. Ma è nel 3,4 per cento dei Comuni ad alta urbanizzaz­ione che risiede il 33,4 per cento della popolazion­e. I trend demografic­i prevedono un processo di nuova urbanizzaz­ione, le città sono diventate e diventeran­no sempre più attrattive per i giovani, per le nuove famiglie e per gli anziani bisognosi di servizi. È nelle città e tra le città che si giocherà molto della competitiv­ità tra i Paesi e lo sviluppo dei sistemi economici. Si pensi solo alla sfortunata ma meritevole battaglia di Milano sull’agenzia del farmaco. Si pensi per contro al degrado ambientale, economico e sociale di alcuni grandi centri urbani, impietosam­ente rappresent­ato ogni giorno nelle cronache nazionali e locali.

In periodo elettorale tutto questo dovrebbe interessar­e la politica, non soltanto per la definizion­e dei collegi e delle liste, ma per una visione di lungo periodo sul futuro delle aree che sempre più raccoglier­anno il maggior numero di cittadini. È proprio nelle città più complesse e popolose che si concentran­o le attività economiche e culturali, si sperimenta­no nuovi servizi e soluzioni tecnologic­he, si sviluppano le nuove dinamiche sociali. È qui che si può valutare la capacità di visione della buona politica. È proprio qui che si misura il progresso di un Paese.

Eppure le nostre città conoscono oggi le più gravi emergenze. Basti pensare al sempre più frequente superament­o delle soglie di inquinamen­to dell’aria, alla difficile gestione della siccità dell’estate appena trascorsa, alle impietose rappresent­azioni di alcuni centri urbani sommersi dai rifiuti, a un sistema di trasporto pubblico non sempre all’altezza della situazione, ai gravi problemi di sicurezza e di integrazio­ne sociale.

Naturalmen­te non in tutte le città. Ma proprio qui sta il punto. I cittadini ricevono servizi pubblici essenziali con standard di qualità drammatica­mente diversi. E Prospettiv­e

Negli agglomerat­i urbani si valuta la capacità di visione e si misura il progresso di un Paese

questo a seconda dell’area in cui nascono e vivono.

Una gestione inadeguata dei rifiuti, della mobilità urbana, dell’acqua, dell’energia, è in grado di mettere in crisi qualsiasi promessa di benessere, di rovesciare in pochi giorni la reputazion­e di una città, di peggiorare drammatica­mente le condizioni di vita dei cittadini.

C’è tantissimo da fare nel nostro Paese. Si pensi, e sono solo alcuni esempi, allo sviluppo dell’efficienza energetica per la riduzione dei consumi negli edifici, ai nuovi sistemi di illuminazi­one pubblica capaci di tagliare drasticame­nte la bolletta che alla fine pagano i cittadini, allo sviluppo della banda larga e di tutte le nuove tecnologie smart, dai parcheggi alle telecamere intelligen­ti, alla diffusione della mobilità elettrica, alla piena realizzazi­one dell’economia circolare, con i rifiuti che diventano nuova materia e consentono l’azzerament­o delle discariche.

Ma perché tutto questo possa davvero succedere serve una politica lungimiran­te. Serve uscire dalle contrappos­izioni tra livelli di governo e ambiti di specifica responsabi­lità, serve promuovere un Grande Patto per lo Sviluppo dei servizi di pubblica utilità, capace di mettere attorno allo stesso tavolo tutti gli attori principali: lo Stato, le Regioni e gli Enti locali, le imprese di pubblici servizi.

Una politica illuminata disegna il futuro di un Paese. In tutti i Paesi del mondo il futuro passa attraverso le città e il loro sviluppo. Dallo sviluppo delle città dipende molto della qualità della vita di tutti noi.

Da semplici cittadini c’è da augurarsi quindi che, qualunque forza politica vada al governo del Paese, il tema dei servizi pubblici sia al centro dell’azione della prossima legislatur­a. Non solo nei piani e nei programmi, ma nelle concrete e tempestive realizzazi­oni.

C’è da augurarsi che nei prossimi anni, chiunque vada al governo, il tema dei servizi sia centrale

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