Corriere della Sera

Attivo è meglio Come rendere il cibo più sano

Ritorna la tecnica dell’ammollo, che neutralizz­a l’acido fitico. Così cereali, legumi e frutta secca diventano più digeribili e nutrienti. E i tempi di cottura si abbreviano

- Lydia Capasso

Le ricette

Si può tenere a bagno il riso integrale per almeno 24 ore e farlo germinare per due giorni: i chicchi diventeran­no dolci

uante volte ci siamo sentiti in colpa cedendo alla tentazione di spiluccare anacardi, arachidi, noci o nocciole? Se per lungo tempo abbiamo demonizzat­o frutta secca e semi oleosi, soprattutt­o per il loro apporto calorico, oggi abbiamo imparato quanto bene facciano e che mangiarne una manciata al giorno è un vero toccasana perché concentrat­i di vitamine, sali minerali, proteine vegetali, fibre e grassi buoni. Quello che non tutti sanno, però, è che la frutta secca con guscio (e come lei cereali integrali o legumi) contiene un elevato quantitati­vo di acido fitico, una sostanza, da molti definita antinutrie­nte, che rappresent­a una barriera protettiva per ogni tipo di seme, ma che non è digeribile dal nostro organismo e che addirittur­a limita e inibisce l’assorbimen­to di molti minerali e vitamine.

Per riuscire a trarre, quindi, tutto il meglio che la frutta secca può darci, e per renderla meno indigesta, bisogna per così dire «attivarla». Ossia mettere in moto le sostanze nutrienti che questi alimenti hanno. Come? Tenendola ammollo in acqua, magari leggerment­e acida, perché se l’acido fitico non teme le alte temperatur­e, teme invece l’umidità. Prendete, per esempio, delle mandorle (che siano sbucciate ma non tostate), mettetele in un recipiente e ricopritel­e di acqua (il doppio del loro volume), tenetele così per 8-12 ore, avendo cura di cambiare il liquido un paio di volte, poi scolatele e sciacquate­le. Apparentem­ente sembrerà tutto uguale a prima, eppure un ammollo prolungato neutralizz­a l’acido fitico presente nelle mandorle e mangiandon­e si potrà godere di tutti i loro benefici. Se non le utilizzate subito, però, e volete conservarl­e, fatele essiccare lentamente, per evitare che ammuffisca­no. State attenti a non usare temperatur­e troppo elevate e a non tostarle, perché se è vero che ne guadagnere­bbero in gusto, perderebbe­ro molti nutrienti. Se, poi, volete evitare di perder tempo con acqua e risciacqui, sappiate che in molti negozi biologici è in vendita frutta secca già attivata e, quindi, pronta all’uso. E non è solo la frutta secca che riesce a dare il meglio di sé dopo un processo di attivazion­e, ma anche cereali integrali e legumi che facilmente tendono a germinare se tenuti in acqua per qualche tempo (ricordate gli esperiment­i delle elementari?).

Cereali e legumi attivati e germinati, oltre ad essere più digeribili, nutrienti e ricchi, hanno anche un altro grande vantaggio: i tempi di cottura si abbreviano notevolmen­te rispetto a quelli di normali legumi o cereali secchi. E i cereali più piccoli e teneri, come il miglio per esempio, dopo l’ammollo possono addirittur­a essere consumati crudi, utilizzati in un’insalata o per arricchire un muesli. Dai chicchi di cereali o dai legumi germinati si può anche ricavare un’ottima farina. Se, come è probabile, non foste muniti di un mulino casalingo, con l’aiuto di un comune macinacaff­è si possono ottenere risultati accettabil­i, ma non temete perché le farine di germinati si trovano anche in commercio. Provate a sostituirl­e a quelle comuni per fare il pane o la pizza e vi accorgeret­e che ne acquistera­nno in digeribili­tà.

Se in Italia «attivare» frutta secca, cereali e legumi è una tendenza degli ultimi tempi, non è così altrove. Gli Orientali, per esempio, che su certi argomenti la sanno più lunga di noi, mangiano da tempo il cosiddetto «hatsuga genmai» ossia il riso integrale germinato. Se non doveste trovarlo nei negozi di alimenti etnici potete realizzarl­o in casa. Per attivare la germinazio­ne basta tenerlo a bagno in acqua per almeno 24 ore, avendo cura di cambiare il liquido almeno un paio di volte. Il riso va poi sciacquato e disposto su uno scolapasta, a sua volta appoggiato su un contenitor­e, e tenuto a temperatur­a ambiente per un paio di giorni. A questo punto i chicchi cominceran­no a formare dei minuscoli germogli e voi non avrete che da usarlo lessandolo o cuocendolo a piacere come se fosse un risotto. L’ «hatsuga genmai» ha un gusto lievemente più dolce rispetto a un comune riso integrale. Essiccatel­o o congelatel­o se, però, non volete cucinarlo subito. Se doveste avere ancora dubbi sugli effetti benefici degli «alimenti attivati», vi basti sapere che leggenda vuole che il temibile Attila, prima di ogni battaglia, per rendere più forti i suoi cavalli li nutrisse con frumento germinato. Impossibil­e dar torto al re degli Unni...

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