Padoan: «Non aspettiamo sempre lo straniero»
ROMA «Invece di lamentarci se altri investono in Italia, dobbiamo credere nella nostra economica e investire noi stessi nel Paese». Il ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan, pensa che si debba valutare senza pregiudizi l’acquisto di Ntv, la compagnia privata dei treni veloci, da parte di un grande fondo Usa. Innanzitutto per controbattere, in tempi di risorgente protezionismo, a chi guarda con sospetto ogni acquisizione estera. Del resto quella di Ntv non è una svendita, ma un’operazione di mercato, che i soci italiani hanno ritenuto conveniente. Certo, dice il ministro, «la quotazione alla Borsa di Milano sarebbe stato l’esito ideale. Che peraltro avrebbe contribuito a rafforzare la Borsa italiana». Non solo. La quotazione avrebbe aperto al contributo di capitali italiani, che a questo punto potranno rientrare in gioco solo se il fondo Gip deciderà di aprirsi ad altri soci. In ogni caso, dice Padoan, «l’azienda nella sua autonomia ha deciso per la vendita in blocco agli americani e ne prendiamo atto». D’altra parte, aggiunge, «è evidente che l’importante investimento in Italia di un fondo specializzato in infrastrutture è il segnale di un apprezzamento per le potenzialità di sviluppo dell’azienda e del settore. E anche del nostro sistema regolatorio». Lo dimostra anche la ripresa degli investimenti diretti esteri in Italia. Nel 2016 sono aumentati del 50%, raggiungendo 29 miliardi di dollari, anche se l’italia è ancora solo 13esima nella classifica dei Paesi che attirano più investimenti. Importante, quindi, dice il ministro, è che siano per primi gli italiani a crederci: «Ricordo che i Pir, i piani individuali di risparmio sono stati creati proprio per veicolare il risparmio delle famiglie verso le imprese italiane». Finora hanno raccolto 10 miliardi ma si può fare di più. Infine: «Gli investimenti esteri in Italia sono una cosa positiva, ma le nostre aziende devono crescere e fare investimenti all’estero. Gli esempi non mancano: Fs, Fincantieri, Prysmian, Ferrero», dice Padoan. Ma anche qui si può fare meglio.