Il primo passo per puntare sull’alta velocità europea
un affare l’acquisto dei treni di Ntv da parte del fondo americano Gip? E per chi? Non c’è dubbio che gli azionisti della società fondata da Montezemolo e Della Valle riceveranno una remunerazione più che adeguata del loro investimento. Una sfida lanciata nel 2006 al monopolista pubblico, resa possibile dalla liberalizzazione ferroviaria firmata dall’allora ministro Pier Luigi Bersani, che nessuno immaginava potesse davvero riuscire in un segmento sofisticato come quello dell’alta velocità. Una scommessa che a un certo punto sembrava correre il rischio di deragliare, ma che è stata riportata sul binario giusto grazie a una ridefinizione dell’operativo e, diciamolo, anche a una provvidenziale riduzione delle tariffe per l’uso della rete.
E qual è invece il tornaconto di Gip che ha messo sul piatto quasi due miliardi facendo saltare il collocamento in Borsa di Ntv? É probabile che il fondo specializzato in infrastrutture, come gli aeroporti e le reti ferroviarie e energetiche, abbia messo gli occhi sul ricco mercato dell’alta velocità che in Europa sarà liberalizzato a partire dal dicembre 2020. É possibile che Gip stia giocando in proprio, e che Ntv sia il “cavallo di Troia” che gli consentirà di mettere insieme le tessere di un mosaico realizzabile attraverso successive acquisizioni. Oppure si può ipotizzare che Gip abbia già in tasca un accordo con qualche operatore europeo interessato a rilevare (in tutto o in parte) un pezzo del mercato italiano, l’unico in Europa a essere condiviso da un soggetto privato, dunque non “blindato” dalla politica.
I ben informati puntano sulla traccia tedesca (più che su quella francese) e sono pronti a scommettere che questo è solo l’inizio di un piano di espansione che proseguirà. Sarebbe un po’ l’equivalente dell’operazione che Lufthansa sta tentando di fare oggi acquisendo Alitalia. Di cui, da sempre, le interessa il mercato, che in passato aveva cercato di inutilmente di penetrare attraverso la controllata Lufthansa Italia.
L’acquisizione di Italo era però il colpo più semplice da mettere a segno da parte del fondo Gip, perché, quando pure l’apertura dei mercati sarà in vigore, si potrà sperare di acquisire qualche traccia libera sulle tratte meno presidiate. O si dovrà sperare che qualcuno non si avvalga delle mille deroghe contenute nella direttiva europea, e metta davvero in gara quelle oggi operate dai maggiori players.
Infine c’è da chiedersi se dall’operazione ci guadagni il Paese. É presto per dire se l’acquisizione avrà un prezzo in termini di dimensionamento dell’azienda, dunque di forza lavoro, oppure se ci saranno effetti sul servizio e i suoi costi per chi viaggia. Intanto, mentre molti petti si gonfiano per l’orgoglio di aver suscitato l’interesse di un grosso investitore straniero, ci chiediamo che Paese sia quello in cui anche i progetti più visionari non riescono mai a superare i nostri confini, diventando piuttosto facile preda di qualcuno capace di pensare davvero in grande.