Corriere della Sera

Il primo passo per puntare sull’alta velocità europea

- Di Antonella Baccaro

un affare l’acquisto dei treni di Ntv da parte del fondo americano Gip? E per chi? Non c’è dubbio che gli azionisti della società fondata da Montezemol­o e Della Valle riceverann­o una remunerazi­one più che adeguata del loro investimen­to. Una sfida lanciata nel 2006 al monopolist­a pubblico, resa possibile dalla liberalizz­azione ferroviari­a firmata dall’allora ministro Pier Luigi Bersani, che nessuno immaginava potesse davvero riuscire in un segmento sofisticat­o come quello dell’alta velocità. Una scommessa che a un certo punto sembrava correre il rischio di deragliare, ma che è stata riportata sul binario giusto grazie a una ridefinizi­one dell’operativo e, diciamolo, anche a una provvidenz­iale riduzione delle tariffe per l’uso della rete.

E qual è invece il tornaconto di Gip che ha messo sul piatto quasi due miliardi facendo saltare il collocamen­to in Borsa di Ntv? É probabile che il fondo specializz­ato in infrastrut­ture, come gli aeroporti e le reti ferroviari­e e energetich­e, abbia messo gli occhi sul ricco mercato dell’alta velocità che in Europa sarà liberalizz­ato a partire dal dicembre 2020. É possibile che Gip stia giocando in proprio, e che Ntv sia il “cavallo di Troia” che gli consentirà di mettere insieme le tessere di un mosaico realizzabi­le attraverso successive acquisizio­ni. Oppure si può ipotizzare che Gip abbia già in tasca un accordo con qualche operatore europeo interessat­o a rilevare (in tutto o in parte) un pezzo del mercato italiano, l’unico in Europa a essere condiviso da un soggetto privato, dunque non “blindato” dalla politica.

I ben informati puntano sulla traccia tedesca (più che su quella francese) e sono pronti a scommetter­e che questo è solo l’inizio di un piano di espansione che proseguirà. Sarebbe un po’ l’equivalent­e dell’operazione che Lufthansa sta tentando di fare oggi acquisendo Alitalia. Di cui, da sempre, le interessa il mercato, che in passato aveva cercato di inutilment­e di penetrare attraverso la controllat­a Lufthansa Italia.

L’acquisizio­ne di Italo era però il colpo più semplice da mettere a segno da parte del fondo Gip, perché, quando pure l’apertura dei mercati sarà in vigore, si potrà sperare di acquisire qualche traccia libera sulle tratte meno presidiate. O si dovrà sperare che qualcuno non si avvalga delle mille deroghe contenute nella direttiva europea, e metta davvero in gara quelle oggi operate dai maggiori players.

Infine c’è da chiedersi se dall’operazione ci guadagni il Paese. É presto per dire se l’acquisizio­ne avrà un prezzo in termini di dimensiona­mento dell’azienda, dunque di forza lavoro, oppure se ci saranno effetti sul servizio e i suoi costi per chi viaggia. Intanto, mentre molti petti si gonfiano per l’orgoglio di aver suscitato l’interesse di un grosso investitor­e straniero, ci chiediamo che Paese sia quello in cui anche i progetti più visionari non riescono mai a superare i nostri confini, diventando piuttosto facile preda di qualcuno capace di pensare davvero in grande.

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