Tra industria e motori, lo sprint della cultura
Modena decolla con i musei, il teatro e il Festivalfilosofia. E i turisti crescono del 12%
Una terra forte, dove la cultura e l’economia si intrecciano, senza scavalcarsi, dove anzi la cultura viene trasformata in un’eccellenza, anche economica. La provincia di Modena con i suoi 700 mila abitanti e le sue 73.400 aziende registrate, ospita distretti strategici: il biomedicale nella Bassa, la ceramica nel sassolese, i motori, ma anche quello del tessile, alla ricerca di una identità dopo la crisi degli anni 90, nella zona di Carpi. Senza dimenticare la ristorazione e l’agroalimentare, con i marchi Dop e Igp il cui valore di produzione, solo a Modena, si attesta a 583 milioni. Una terra che ha conosciuto nel 2012 un terremoto devastante che mise in ginocchio un’area del Paese che, da sola, produceva quasi il 2% del Pil nazionale. Una terra oggi rialzatasi a livello produttivo ma che, nonostante nove famiglie su dieci siano tornate nelle proprie case, resta con centri storici transennati.
Da Mirandola a Cavezzo, da San Felice a Finale le cicatrici del sisma sono evidenti, con la percentuale totale di contributi erogati per le unità abitative ferma al 66% e con quasi quattro edifici gravemente danneggiati su dieci ancora senza contributo. Luci e ombre di una città e di una provincia che può comunque essere collocata tra le locomotive, non solo economiche, italiane. Ne è convinto il sindaco e presidente della Provincia Gian Carlo Muzzarelli: «La città sta lavorando duramente: remiamo tutti nella stessa direzione, per essere ai vertici di una Regione che a sua volta è la locomotiva d’italia. Nel triennio 20182020 abbiamo previsto investimenti per 124 milioni e contiamo di ridurre la disoccupazione, già scesa da quasi il 9% al 6%. L’antiquariato lo è per definizione e la Fiera è un tassello importante di una strategia di sviluppo e rilancio». A livello politico, da sempre roccaforte del centrosinistra, per i critici e le opposizioni Modena è governata da un sistema sostenuto da un fetta di economia, dal partito egemone, dalle istituzioni e dagli enti culturali. Una fotografia critica, ma che riflette la realtà. Il Sistema-modena, come il Sistema-emilia esiste.
Esiste nelle storture inevitabili di un mondo immutato da 70 anni, ma esiste anche in termini positivi, specie in campo culturale dove sono stati raggiunti obiettivi importanti. «Oggi culturalmente Modena è una capitale — racconta Michelina Borsari, fondatrice di quel Festivalfilosofia che negli ultimi anni ha contribuito a promuovere la città nel mondo —. Lo è per il patrimonio storico, è sede di un sito Unesco e di un Museo Nazionale la Galleria Estense, lo è per lo spettacolo dal vivo, Ert-emilia Romagna Teatro è fra i 7 Teatri nazionali, e anche per il Festivalfilosofia che è forse il festival italiano più partecipato. E poi Modena è tutta una sorpresa di motori e figurine, miniature e fotografie, di bel canto, di beat e di rock: una terra di stelle (Michelin) e di star (Vasco è cittadino modenese) che nel 2017 ha registrato una crescita turistica di +11,8%. Chi la tiene ?».
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