Corriere della Sera

Lo Stato Sociale toglierà la parolaccia Casi di autocensur­a da Dalla ai Pooh

- Mario Luzzatto Fegiz

Ècerto che il verso «libertà e tempo perso e nessuno che rompe i coglioni» (anche ieri ripetuto) del brano Una vita in vacanza del gruppo Lo Stato Sociale verrà cambiato stasera. È previsto il duetto della band con i bimbi del Coro dell’antoniano (ci sarà anche Paolo Rossi). E così i giovani interpreti saranno esentati dal pronunciar­e una parolaccia.

Gli interventi censori (in genere concordati) sulle canzoni di Sanremo non sono una novità. Il più noto riguarda la celebre 4/3/43 che fece conoscere Dalla alla grande platea. Un verso della canzone recitava: «e anche adesso che bestemmio e bevo vino, per ladri e puttane sono Gesù bambino». Una rapida trattativa e il verso divenne: «e ancora adesso che gioco a carte e bevo vino, per la gente del porto mi chiamo Gesù bambino». Dalla stesso riconobbe che la versione post-censura non aveva affatto danneggiat­o il brano.

A Sanremo 1982 toccò a Vasco Rossi: Vado al Massimo, nella sua stesura originale, aveva un verso fortemente allusivo: «Vado al Messico, voglio andare a vedere se, come dice il droghiere, laggiù masticano tutti foglie intere...». Un testo così esplicito fu giudicato dalla Rai e dall’organizzat­ore improponib­ile, perciò la frase venne fatta concludere in maniera diversa: «...laggiù vanno tutti a gonfie vele!». La rima baciata «droghiere-intere» andò a farsi friggere.

Sempre in tema di «foglie» fu clamorosa la censura di cui fu vittima, nell’edizione del 1979, Franco Fanigliulo, un geniale cantautore scoperto da Caterina Caselli e morto prematuram­ente nell’89. Un verso del brano A me mi piace vivere alla grande 1990 L’anno dei Pooh: «Uomini soli» che recitava «Foglie di cocaina, voglio sentirmi uguale» venne modificato in «bagni di candeggina voglio sentirmi uguale».

Il regolament­o ha sempre vietato la pubblicità nelle canzoni in gara. E per questo motivo i Pooh, nell’edizione del 1990 (che vinsero) dovettero modificare il verso della canzone Uomini Soli. Nella versione festivalie­ra la frase «perduti nel Corriere della Sera», venne cambiata in «perduti nel giornale della sera».

In passato la censura si abbattè perfino sulle generalità di un apprezzato direttore d’orchestra, che si chiamava Angelo Cinico che negli anni Trenta guidava la celebre orchestra Barzizza. Qualcuno osservò che un angelo non poteva essere cinico (aggettivo che i dizionari definiscon­o «Indifferen­te ai sentimenti e alla morale comune») e così i dirigenti dell’eiar (Ente Italiano per le Audizioni Radiofonic­he, ossia la Rai al tempo del fascismo) lo costrinser­o al nome d’arte di Cinico Angelini con il quale diresse l’orchestra di parecchie edizioni del Festival fino agli anni Sessanta.

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2018 Lo Stato Sociale, in gara
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1971 Dalla canta «4 marzo 1943»
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